Corriere della Sera (Roma)

Sgarbi: «Con me Roma sarà come Parigi»

- A. Arz. M. E. F.

Parla con toni da arringator­e Vittorio Sgarbi che ieri, sotto i tendoni di una tavola calda in piazza della Maddalena, ha lanciato la sua candidatur­a a sindaco di Roma: «Nel 2021 avremo la fine della peste, che corrispond­e all’epoca Raggi, e l’inizio della rinascita (grazie alla sua elezione, ndr)». Se non fosse che nella girandola di argomenti inanellati con il consueto piglio da mattatore mescola Dante e retorica negazionis­ta: «Non essendo Trump morto dimostra che, essendo guarito in quattro giorni, (il Covid, ndr) non è una malattia colossale». Dalle iperboli a temi assai più concreti come le primarie, che auspica nel centrodest­ra «se Lega, FdI e Fi non trovano un candidato migliore di me». Il messaggio è: «Sostenetem­i». Ma il deputato cerca sponda anche negli ex assessori della giunta Raggi, che se ne sono andati in rotta di collisione con l’amministra­zione Cinque stelle: «Paolo Berdini, Carla Raineri, Massimo Colomban e Marcello Minenna non hanno retto l’urto della Raggi e io ho pensato che potrei partire da loro». Per risolvere la questione dei migranti vorrebbe invece in squadra l’ex sindaco di Riace, Mimmo Lucano, che però ha rispedito l’invito al mittente: «La visione politica ci divide». Nel solco di un’ideale continuità con un altro critico d’arte, Giulio Carlo Argan, prima di lui sindaco della Capitale, Sgarbi ritiene di essere la figura più adatta a valorizzar­e il patrimonio museale e archeologi­co della città, rendendola anche più attrattiva di Parigi. Infine, infila un passaggio anche su Ostia: «Penso che dovrebbe diventare un comune come lo è Fiumicino».

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