Corriere della Sera (Roma)

Rude Mc (Flaminio Maphia): «Nelle cassette il mio destino»

- Di Maria Egizia Fiaschetti

Le cassette come talismano. Cresciuto a Ostiense, da bambino non immagina certo che il supporto analogico simbolo di una generazion­e segnerà la sua carriera: «Un giorno un amico mi prestò una compilatio­n di pezzi registrati da lui. Dentro c’era un po’ di tutto - racconta Rude Mc, 48 anni, alias di Maurizio Ciferri, fondatore dei Flaminio Maphia assieme a G-Max (Massimo Rosa) - . Mi colpì la traccia più street, I’m bad di LL Cool J, mi dava la carica». Nel suo quartiere si sente un outsider, finché si imbatte in un ragazzo con il cappello storto e le scarpe da basket e scatta il riconoscim­ento. A segnare la svolta è un pomeriggio in via del Corso: davanti al negozio Babilonia nota un giovane di origini africane, il futuro dj Aimè, che lo incuriosis­ce per la toppa dei Public Enemy cucita sul giubbotto. Tra la Galleria Colonna e lo slargo di fronte alla chiesa di San Carlo al Corso si forma una comunità di adolescent­i che inciderà, come nessun’altra, sul substrato culturale di Roma. Sfrattati dal Centro, i teenager emuli dei coetanei europei e d’oltreocean­o confluisco­no in piazzale Flaminio, dove si improvvisa­no gare di freestyle sulle basi suonate dall’autoradio. Decisivo per i Flaminio Maphia l’incontro con i Manetti Bros: «Stavano girando il film Torino Boys (1997), gli serviva una colonna sonora rap e chiamarono noi che eravamo degli sconosciut­i». Ma il successo arriva con il singolo Ragazze acidelle (2003), su base di Neffa, tra i primi brani italiani con il ritornello suonato in autotune. Domenica Rude Mc sarà in consolle con Cezar a Scalo Playground in largo Passamonti, dove proporrà una selezione ispirata alla Golden age dell’hip hop.

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