Corriere della Sera (Roma)

FLAMINIO, RINASCITA IN UN PIANO

- Di Giuseppe Pullara

Il Flaminio è un quartiere sprecato: con tutto quello che ospita (Auditorium, Maxxi, ecc.) non è riuscito a decollare diventando -come auspicano gli urbanisti- un Distretto Culturale. Qualche esempio riguardant­e le strutture. Lo stadio Flaminio di Nervi: lasciato alle ortiche tra promesse e annunci. L’ultimo è della sindaca Raggi, che lo ha messo nella quota romana del «recovery fund». Il Ponte della Musica: tre anni di cantiere, otto milioni di euro e da nove anni fa trotterell­are da una sponda all’altra del Tevere rari runner spaesati di fronte a tanta esclusiva grazia. Era previsto il passaggio di bus per collegare collettiva­mente due parti di città, dando un senso all’opera. E’ invece usato come passerella pedonale, con tutto quell’acciaio sopra e sotto i piedi di chi ci cammina. Non si riesce a dare al ponte una funzione più completa?

La facoltà di Architettu­ra/La Sapienza ha presentato l’altro giorno un piano organico (coordinato da Piero Ostilio Rossi) per la rinascita del quartiere che esalterebb­e, con la sua attuazione, la centralità urbana del Flaminio. Si basa sulla riqualific­azione della Passeggiat­a Flaminia, sul completame­nto dell’asse che collega Villa Glori a Monte Mario e sulla valorizzaz­ione dell’ansa del Tevere.

L’Università fa la sua parte: ma il Campidogli­o ne vorrà tener conto o continuerà col suo procedere burocratic­o e indeciso a lasciare il Flaminio nel suo stato di quartiere incompiuto?

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