«Sì a nuove restrizioni, il momento è allarmante»
«Siamo nel pieno della fase 3 della pandemia. Che vuol dire che il livello di attenzione è elevato, con focolai diffusi e circolazione alta del virus. Ma è sbagliato dare la colpa di questa situazione a qualcuno. L’unico colpevole è il Covid. Stiamo vivendo un momento senza precedenti». Enrico Di Rosa, direttore dell’Unità operativa del Servizio igiene sanità pubblica (Sisp) della Asl Roma 1, traccia lo scenario attuale nella Regione Lazio, con uno sguardo anche al futuro.
Cosa bisogna aspettarsi?
«La situazione è allarmante, non lo nascondo. In prospettiva, nei prossimi giorni, siamo destinati a registrati ulteriori aumenti dei contagi».
Si pensa a provvedimenti radicali?
«Se la curva si mette in un certo modo e continua a evolvere così rapidamente, andranno presi dei provvedimenti».
Anche perché se così non fosse i casi aumenterebbero ancora.
«Non solo. Anche gli effetti di eventuali provvedimenti non saranno immediatamente visibili. Per vederli ci vorranno diversi giorni».
Nel frattempo, c’è chi sostiene che il tracciamento dei contagi, nel Lazio e in Italia, inizia a soffrire.
«Un'affermazione sbagliata. Giusto è invece dire che quando la pressione dei contagi aumenta, il contact tracing, da specifico protocollo, viene semplificato perché il tracciamento per 150 casi al giorno diventa molto più complicato».
Faccia un esempio.
«Se con decine di contagi quotidiani ci si può soffermare per cercare di identificare la fonte, con 200 si cerca di individuare i contatti del caso per bloccare la catena».