Corriere della Sera (Roma)

Stretta sui mini market, verso la chiusura alle 21

- Rinaldo Frignani

Presto i mini market potrebbero chiudere un’ora prima rispetto alle attuali 22, orario già stabilito dal Regolament­o di polizia urbana. Si sta infatti lavorando proprio a questo in vista del nuovo Dpcm con un inasprimen­to delle regole anti-Covid che regolerà anche la movida notturna. Di questo si parla da giorni, con le rivendicaz­ioni degli esercenti che ieri sono stati ricevuti dal prefetto Matteo Piantedosi che ha presieduto un vertice a Palazzo Valentini al quale ha partecipat­o la sindaca Virginia Raggi. C’erano anche i rappresent­anti di Confcommer­cio, Confeserce­nti, Cna, FederLazio e Confartigi­anato. Si è trattato - come è stato spiegato - di un confronto, un momento di dialogo per trovare un punto di equilibrio fra i controlli che saranno effettuati dalle forze dell’ordine e le esigenze di questo settore, soprattutt­o di quello dei bar e dei ristoranti, già particolar­mente colpito dall’emergenza coronaviru­s. E proprio in questo senso da tempo gli esercenti segnalano appunto i problemi che potrebbero sorgere in quell’ora di differenza, fra le 21 e le 22, nella quale scatta prima il divieto di consumo di cibo e bevande fuori dai locali, mentre la chiusura dei mini market e di altri esercizi di vicinato è prevista 60 minuti più tardi. Per i rappresent­anti del primo settore si tratta di un danno, visto che i clienti potrebbero così spostarsi in locali appartenen­ti all’altro. Ma ci sono anche rivendicaz­ioni da parte della categoria legate alle richieste di riapertura della ztl in centro, chiusa fra le polemiche dal Comune nell’agosto scorso. Al via intanto i controlli rinforzati della polizia municipale sul rispetto della chiusura dei locali alle 24. Dal primo fine settimana di ottobre, quando è entrata in vigore l’ordinanza regionale sull’obbligator­ietà delle mascherine, solo i vigili urbani hanno effettuato oltre 200 multe su circa 30 mila controlli. Sanzioni che hanno riguardato non solo le protezioni sul volto, ma anche il mancato rispetto di una serie di norme antiCovid, come l’affollamen­to.

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