«Dal limbo alla luce»

Il rientro da un ricovero all’Umberto I, dopo la guarigione, mi spinge a mettere nella giusta evidenza aspetti poco noti della nostra sanità. Arrivare al Pronto Soccorso è come scendere in miniera, in un limbo di incertezza e, se coscienti, ignari del futuro. Ma poi ci si accorge di essere avvolti in una fitta rete di sostegno: i portantini (speciali nel sostegno morale) chi custodisce eventuali oggetti di valore, gli addetti ai contatti con le famiglie e un nutrito manipolo di infermieri esperti che, senza cedere alla stanchezza, accudiscono tutti e passano le consegne ai medici del turno successivo. Non toni autoritari, non supponenza: compartecipazione e guida alle cure con sorrisi. E’ allora che vedi i filoni d’oro nella miniera, la forza morale di chi, senza spazio e mezzi, seguita a lavorare con impegno e perizia cui si può rispondere solo grazie. Si approda poi al reparto di competenza, nel mio caso la Neurologia A della Sapienza e ogni possibile descrizione è inferiore alla realtà: gemme della nostra migliore scuola di medicina; specializzandi, primari seri e competenti che procedono tra difficoltà di mezzi e pastoie e penso con dolore a quanti porteranno fuori dall’Italia tanta dedizione e perizia: sono risorse preziose che dovremmo tenerci strette. A loro il mio profondo, molto sentito ringraziamento in tale percorso doloroso, ma illuminante.

Brunella Alliata