Frosinone «zona rossa» Un viaggio tra vie spettrali
«È stata bruciata anche la festa delle donne», dice il fioraio. Unico rumore, le poche auto
Il colore rosso in cui FROSINONE è tornata per la terza volta in un anno Frosinone offuscava ieri il giallo delle mimose intonse e invendute sul banco dell’Angolo Verde di corso della Repubblica: «L’anno scorso il lockdown cominciò il 9 marzo e facemmo in tempo a festeggiare le donne, stavolta ci hanno fregato avvertendoci all’ultimo con gli ordini per le forniture ormai già partiti. Ma noi venderemo cara la pelle», dice il fioraio Marco Capponi, 68 anni, guardando i rami che rischiano di appassire. Il suo è uno dei pochissimi esercizi aperti nel centro storico. Chiuse le botteghe di via Angeloni entrando nelle mura da piazza Campagiorni, vuoto il parcheggio nel piazzale della Provincia, aperto il portone della chiesetta di santa Elisabetta che affaccia su largo Tiravanti ma senza fedeli all’interno.
Anche nella parte bassa della città, per la complicità della pioggia insistente, si fa fatica ad incontrare un passante. Deserto il parco dei Matusa, spente le insegne e abbassate le serrande sul commerciale viale Roma. Bar inclusi: «Chi viveva di soli caffè e colazioni lavorerebbe in perdita e sceglie di non aprire, noi non possiamo servire i pranzi per le limitazioni di spazio e andiamo avanti con i tabacchi: ma c’è la fregatura, perché così non ci arrivano i ristori», dice il titolare del Bar Ricci. L’unico rumore che viene dall’esterno è quello degli pneumatici delle auto nelle pozzanghere.
Dopo la chiusura nazionale di un anno fa, Frosinone ha avuto un’altra ricaduta nell’emergenza prima di quella di oggi, che durerà due settimane. A ottobre nei comuni della Ciociaria si registrò un esplosione di contagi in controtendenza con lo stesso Lazio (anche se non fu decretata la chiusura). I dati che stavolta, in base alla ridefinizione dei parametri voluta dal governo Draghi, hanno determinato la scelta sono tre: Frosinone e la provincia hanno un Rt di 1,25 con punte di 1,33; in molti comuni si è al di sopra dei 250 casi per 100mila abitanti; si sono registrati finora 39 casi di varianti, 20 di quella inglese e 19 di quella brasiliana. Il totale dei positivi è salito a 23mila (154 nuovi casi ieri e tre decessi). E questo nonostante il tracciamento puntuale fornito dalla app Monitoraggio, voluta dal sindaco Nicola Ottaviani, che divide la città in 10 aree rilevando in tempo reale quale sia il quartiere dove si concentri maggiormente il virus.
Ogni aspetto della vita che rimane è segnata da questo nuovo lockdown. Sul pannello metallico per le affissioni, un annuncio mortuario tra i tanti, un 84enne, avvisa in grassetto: «Le esequie si terranno nel rispetto delle norme Covid», forse per paura che anche l’omaggio dell’ultimo saluto vada perduto. Arrivando in autostrada da Roma il cartello luminoso all’uscita dal casello non dà indicazioni sul traffico ma informa su come raggiungere il pronto soccorso. Il megascreen del Comune all’imbocco di viale Marconi invita invece all’uso della mascherina e ricorda che le scuole sono chiuse. I varchi della Ztl sono spenti, sarebbero ridondanti.
Su un altro parametro si innesca una polemica tra il leghista Ottaviani e l’assessore alla Sanità della Regione, Alessio D’Amato. L’occupazione dei posti letto era al 94% tre giorni fa, con un incremento del 20% in pochissimo tempo, salvo rientrare ieri nella media regionale: «Come si spiega questo “elastico”? — chiede Ottaviani — I numeri non dovrebbero essere interpretabili, specie in chiave politica. Forse serve una riflessione su come avviene la ripartizione dei pazienti Covid su base regionale». «Dispiace che il sindaco voglia fare una polemica inutile, i posti letto non c’entrano nulla con la decisione della zona rossa, tant’è che il Lazio sta accogliendo pazienti in terapia intensiva dal Molise», ribatte d’Amato. Che annuncia poi di aver chiesto al Commissario per l’emergenza più dosi di vaccini da destinare alla zona rossa. Oggi nel frusinate siamo a quota 33mila dosi inoculate (8 mila vaccini in singola dose), al ritmo di 1500 al giorno: in linea con le forniture disponibili.
Preoccupazione Città e provincia hanno un Rt di 1,25 con punte di 1,33. Registrati 39 casi di varianti La campagna Già vaccinate 33 mila persone. La Regione ha chiesto più dosi per le zone più a rischio