La Asl: qui casi in crescita, ignoti i motivi
Pierpaola D’Alessandro, bolognese, è da novembre alla direzione generale della Asl di Frosinone. Perché il virus circola così tanto in Ciociaria?
«Magari avessimo risposte certe. Possiamo ipotizzare che sia un dato legato alla zona industriale e i suoi scambi continui con l’esterno, e alle relazioni sociali fatte di parentele sparse tra piccoli comuni».
Quanto è grave la situazione?
«Stiamo andando alla caccia del virus con 1.600 tamponi di media al giorno, inclusi i weekend e anche per questo risaliamo a tanti casi. Oggi siamo a 200 circa ogni giorno contro i 400 di dicembre e la situazione nella rete ospedaliera è tranquilla (250 ricoveri Covid, un cuscinetto di 400 letti disponibili, ndr). Ma con le varianti i contagi sono più veloci e non possiamo farci sfuggire la situazione di mano anche se l’indice di duplicazione al momento è stabile».
Le scuole sono un focolaio?
«No, solo qualche istituto con due o tre casi e in generale, rispetto al passato, non riscontriamo cluster da 30 o 40 positivi come avveniva per esempio nelle fabbriche o nelle Rsa. Abbiamo però una diffusione più capillare e per questo meno controllabile».
Dall’Emilia al Lazio, che differenze?
«Sono situazioni di efficienza paragonabile. La rete di coordinamento nel Lazio è fitta e non ci sente mai isolati. Per questo funziona bene».