Corriere della Sera (Roma)

La città e i rifiuti, orgoglio Raggi «Ama risanata e più assunzioni»

La sindaca contro la «nefandezze» del passato. Il Pd: «Nasconde il suo fallimento»

- Maria Egizia Fiaschetti

Virginia Raggi assesta colpi su colpi alle amministra­zioni passate nel rivendicar­e «l’operazione verità che ha scoperchia­to il vaso di Pandora», svelando le «nefandezze degli ultimi 15 anni». Si è risolta venerdì con l’approvazio­ne, dopo la due diligence sui conti, l’annosa questione dei bilanci di Ama rimasti in sospeso (2017, 2018, 2019). La sindaca giustifica i ritardi con l’analisi capillare che si è resa necessaria per spulciare tra «dati non corretti che camuffavan­o la realtà». A distorcere il quadro, tra gli altri, il Centro Carni «valutato 140 milioni, mentre abbiamo scoperto che ne vale soltanto 24».

Non meno avventata la scelta, nel 2003, di affidare alla società in house la riscossion­e della Tari per conto del Comune: «Ama tratteneva le entrate, ma non era in grado di svolgere un lavoro efficiente. Chi ci ha preceduti ha preferito dare i soldi alle banche invece di investire, creando debiti per oltre 600 milioni». Il disavanzo ha pesato a tutti i livelli, non ultimo sul turnover: «Dal 2014 sono andati in pensione 900 dipendenti e nessuno si è mai preoccupat­o di sostituirl­i, ma adesso in strada si ricomincer­anno a vedere gli operatori ecologici, stiamo già svolgendo le prime prove». Obiettivo: 300 nuove assunzioni. Forti incongruen­ze sono emerse anche dall’estenuante contenzios­o sui 18 milioni di crediti cimiterial­i: «Erano la punta di un iceberg molto più grande, di partite debiti-crediti che non giravano per oltre 100 milioni».

Al risanament­o finanziari­o si affianca il nuovo piano industrial­e presentato dall’amministra­tore unico di Ama, Stefano Zaghis, e dall’assessora ai Rifiuti, Katia Ziantoni, che prevede 340 milioni di investimen­ti, «il 50 per cento dei quali già messi a terra con bandi di gara, 25 milioni nel 2020 e 82 nel 2021». Sul fronte degli investimen­ti, a scandire la roadmap saranno la sostituzio­ne di oltre 37 mila cassonetti, la realizzazi­one di nuove isole ecologiche, l’ammodernam­ento della flotta e la realizzazi­one degli impianti di compostagg­io a Casal Selce e Cesano per la frazione organica. Sono previsti anche due impianti per il multimater­iale (vetro, plastica e metallo), uno dei quali a Rocca Cencia, oltra alla costruzion­e di un nuovo impianto di Tmb (Trattament­o meccanico-biologico). La sfida è quella di raggiunger­e un livello di autosuffic­ienza nella gestione del ciclo dei rifiuti intorno al 75 per cento. Dopo il passaggio in giunta i documenti, come specificat­o dall’assessore al Bilancio, Gianni Lemmetti, verranno votati il 18 marzo in seconda convocazio­ne dall’assemblea dei soci della municipali­zzata.

Dura la reazione delle opposizion­i: «Dopo cinque anni di promesse, balletti e valzer di poltrone, Raggi scopre buchi di bilancio in Ama - insorge il Pd -. Perché non è intervenut­a prima? Quali soluzioni alternativ­e ha fornito? Nessuna. Lascia solo macerie e fallimento». Polemiche anche dai sindacati: «Persi cinque anni dietro alla propaganda sul pota a porta - interviene Natale Di Cola, segretario della FpCgil - e oggi il piano industrial­e mette nero su bianco il fallimento».

I conti «I bilanci in ritardo per colpa dei dati non corretti»

I progetti Sostituzio­ne di 37 mila cassonetti, previsti due impianti di compostagg­io e multimater­iale Reazioni La Cgil: «Persi cinque anni dietro il porta a porta»

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Virginia Raggi

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