Oltre 100 punti di distacco da tutte le altre grandi: lockdown uguale tracollo
Il 7 marzo 2020 biancocelesti in testa. Poi la caduta senza fine
Cento punti abbondanti di distacco dalle (altre) grandi. Il lockdown, esattamente un anno fa, ha chiuso la Lazio a Formello. Ne è uscita raramente: i 36 gol raggiunti da Immobile Scarpa d’Oro, certo, e qualche exploit isolato come il 3-0 nel derby e il 3-1 a Bergamo, ma la squadra che il 7 marzo 2020 era in testa alla classifica, che la sera dopo era seconda a -1 da una Juventus vittoriosa nel recupero con l’Inter, che il 9 marzo era andata a dormire dopo aver visto il cartello sventolato da Caputo per chiudere temporaneamente la stagione, «Andrà tutto bene, restate a casa», beh, quella squadra sta giocando, da allora, un campionato lontanissimo non solo da uno scudetto sognato durante i 3 mesi e mezzo del lockdown, ma anche dalla zona Champions e persino, numeri alla mano, da 5° e 6° posto che vorrebbero dire Europa League. Un campionato «finito» pochi punti sopra il Sassuolo, quello che va dalla giornata del 22-23-24 giugno 2020 (subito fatale: ko a Bergamo, 3-2, nonostante il 2-0 laziale dopo 11 minuti) a quella che si è conclusa ieri con Inter-Atalanta: 38 partite esatte al netto di qualche recupero, Juventus-Napoli, Torino-Sassuolo ed eventualmente Lazio-Torino se com’è probabile non verrà assegnato il 3-0 a tavolino, in cui la squadra di Inzaghi è lontanissima dalle (altre) big. Un distacco complessivo di 112 punti, addirittura: perché la classifica di queste 38 partite dice Inter 87, Milan 86, Atalanta 76, Roma 75, Juventus 72, Napoli 70 e Lazio 59. Appena 4 punti in più dei 55 conquistati dal Sassuolo, distacchi-record dalle squadre che nell’anno segnato dalla pandemia sono andate a velocità doppia se non tripla: -28 dall’Inter, -27 dal Milan, -17 dall’Atalanta, -16 dalla Roma, -13 dalla Juventus e -11 dal Napoli.
Il totale dei punti persi scenderebbe di poco sotto i 100 battendo il Torino, ma il discorso non cambierebbe. La Lazio post lockdown, con 59 punti, è in linea con quella che chiuse proprio a quella quota, all’8° posto, il peggior campionato di Inzaghi nel 2018-19. Ha perso addirittura 14 partite su 37, anche con Lecce, Sassuolo, Sampdoria, Udinese, Verona e Bologna. Ha nettamente l’attacco più anemico delle grandi con 58 gol (anche il Sassuolo, 67, ne ha fatti molti di più) e condivide con la Roma la peggior difesa, 54 reti subite, ma con un incontro in meno, quello col Torino, e calcolando nel passivo giallorosso le 3 a tavolino col Verona che potrebbero venir cancellate la prossima settimana. Numeri da brivido: che Lotito, Tare e Inzaghi non avrebbero mai immaginato esattamente un anno fa, quando il lockdown spense la più bella Lazio degli ultimi vent’anni.
Allarme Da giugno a oggi la squadra ha perso ben 14 partite su 37