Colleferro, il gip scarcera gli aggressori
Gli indagati: «Siamo pentiti, ma non siamo stati noi i primi a iniziare»
Scarcerati dal gip di Velletri i picchiatori di Lorenzo C., il 17enne massacrato di botte nel centro di Colleferro. Il giudice, che non ha convalidato il fermo dei due, ha comunque disposto gli arresti domiciliari nei confronti di Lorenzo Farina e Christian Marozza, accusati di concorso in lesioni gravi, aggravate da motivi futili e abietti.
«Siamo pentiti, ma il primo a venirci addosso è stato lui». Così ieri mattina davanti al gip di Velletri i due ragazzi reo confessi dell’aggressione a Lorenzo C., 17 anni, romano ma residente a Segni, tuttora ricoverato all’ospedale San Giovanni con 30 giorni di prognosi per il pestaggio subìto sabato pomeriggio in centro a Colleferro. A Lorenzo Farina e Christian Marozza, 19 e 18 anni, in carcere fino a ieri a Rieti, il giudice Ilaria Tarantino ha concesso gli arresti domiciliari per lesioni gravi aggravate da motivi futili e abietti, non convalidando a sorpresa il fermo di polizia giudiziaria fatto dagli agenti del commissariato di Colleferro, perché - ha spiegato nell’ordinanza - «non legittimamente eseguito, non potendosi ritenere sussistente nel caso di specie il pericolo di fuga: infatti gli indagati, entrambi stabilmente residenti a Colleferro con le loro famiglie, fuggiti dal luogo dell’accaduto e identificati subito senza particolari vento». Presenti all’aggressione altri sei giovani, fra i quali proprio l’amico di Lorenzo C., anche lui picchiato e lievemente ferito. Nonostante la mancata convalida del fermo, il gip Tarantino ritiene comunque che «esiste il pericolo, concreto ed attuale, che gli indagati già coinvolti in episodi di questo genere anche nei confronti di altri giovani - commettano altri delitti della stessa specie e segnatamente che, ove non sottoposti a misure, possono perseverare nella realizzazione di gravi delitti con violenza alla persona: ciò emerge dalle specifiche modalità e circostanze del fatto e dalla personalità di indagati, desunta dalla condotta degli stessi tenuta in occasione dei fatti per cui si procede in occasione delle pregresse liti avvenute sempre per i medesimi futili motivi. Gli indagati - conclude il giudice non hanno esitato ad aggredire la vittima colpendola con un pugno sul volto, facendola rovinare per terra e sbattere la testa, e hanno poi infierito colpendola con un calcio in pieno viso mentre era a terra, ponendo in pericolo la sua integrità fisica. Il tutto per banali motivi».
La confessione L’accusa «Sono pericolosi, c’è il rischio che commettano altre aggressioni»