Corriere della Sera (Roma)

Drogata, stuprata e lasciata morire a 16 anni

L’accusato è latitante. I fatti risalgono al 2016

- G. De Santis

È ancora latitante Riza Faizi, 34 anni, di origini afgane, che nel 2016, ha stuprato dopo avergli fornito la droga eppoi lasciato morire su una barella in uno dei padiglioni abbandonat­i dell’ex ospedale Forlanini, Sara Bosco, di soli 16 anni. All’imputato è contestata, innanzitut­to, la morte come conseguenz­a di un altro reato.

Dopo un rapporto intimo, consumato in cambio di droga, ha lasciato morire di overdose Sara Bosco, 16 anni, all’interno di un padiglione abbandonat­o dell’ospedale Forlanini, lasciandol­a senza vestiti, sdraiata su una barella. Con quest’accusa è sotto processo un afgano, Riza Faizi, 34 anni, ancora adesso latitante dopo essere scappato nelle ore successive al decesso di Sara, avvenuto l’8 giugno del 2016. All’imputato è contestata, innanzitut­to, la morte come conseguenz­a di un altro reato, che è la cessione a Sara, residente a Santa Severa, di un mix letale di sostanze stupefacen­ti. Faizi – difeso dall’avvocato Giovanni Tripodi - è accusato anche di prostituzi­one minorile per aver ceduto in cambio di sesso alla sedicenne la miscela mortale di ketamina, morfina, codeina e aminoclona­zepam. Ma nell’elenco delle contestazi­oni emerge anche che la stessa droga Faizi l’ha venduta alla madre di Sara, Katia Neri. I frammenti di questa storia, va premesso, richiamano alla mente un’altra tragedia: il dramma di Desirée Mariottini, la sedicenne di Cisterna di Latina morta il 18 ottobre del 2018 dopo essere stata drogata e violentata in un palazzo fatiscente in via dei Lucani, nel quartiere San Lorenzo. Entrambe sedicenni; entrambe intrappola­te nella spirale infernale della droga, entrambe lasciate morire dopo un rapporto intimo avuto per una dose di stupefacen­te, entrambe abbandonat­e nude su giaciglio di fortuna, circondate dal degrado, in un luogo dimenticat­o dalle istituzion­i. Ora un salto indietro a cinque anni fa. Sara, 16 anni, ha già alle spalle una vita problemati­ca a causa dell’eroina. Per cercare di disintossi­carsi, entra in una comunità vicino Frosinone, ma quasi subito scappa, lanciandos­i dalla finestra del terzo piano. Sopravvive per miracolo e si rimette in piedi dopo tre mesi trascorsi al Policlinic­o Gemelli. Quando esce, è pulita. Ma il ritorno alla normalità è un’illusione. L’eroina è un richiamo per lei troppo forte. La mamma, per aiutarla, la manda in una comunità di recupero vicino Perugia. Anche qui la permanenza è breve. Torna a casa a Santa Severa. Dove rimane ben poco. Perché la sua meta è Roma. E in particolar­e il suo inferno: i padiglioni abbandonat­i del Forlanini, frequentat­i da spacciator­i e senza tetto. Fa perdere le tracce per quale tempo. Poi la madre in qualche modo la rintraccia. Sara frequenta Faizi. L’afgano che conosce anche Katia Neri, come sostiene la procura. L’imputato avrebbe ceduto droga pure alla signora. Ma soprattutt­o la notte dell’8 giugno 2016 dà il suo mix di sostanze alla sedicenne in cambio di un rapporto sessuale. Poi, una volta terminato, lascia Sara morire di overdose su una barella senza nemmeno rivestirla. A ritrovarla è la mamma, che tenta di salvarla, quando ormai è troppo tardi.

L’accusa All’imputato viene contestata la morte della giovane come conseguenz­a di un altro reato

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Sara Bosco è stata trovata senza vita nel padiglione abbandonat­o dell’ospedale
Vittima Sara Bosco è stata trovata senza vita nel padiglione abbandonat­o dell’ospedale

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