Corriere della Sera (Roma)

L’Enpam ha venduto 4.500 case

Il presidente dell’ente previdenzi­ale dei medici: avevamo alti costi di manutenzio­ne

- Giustini

I numeri raccontano della più grande operazione immobiliar­e degli ultimi due lustri a Roma. L’Enpam, la cassa previdenzi­ale dei medici, ha venduto l’intero portafogli­o in città per più di 810 milioni. La dismission­e comprende 56 complessi, 4.540 unità a uso residenzia­le e 255 tra uffici, negozi, magazzini e autorimess­e.

Si è conclusa la più grande operazione immobiliar­e dell’ultimo decennio a Roma. L’Enpam, la cassa previdenzi­ale dei medici, ha venduto l’intero portafogli­o in città per più di 810 milioni. La dismission­e comprende 56 complessi, 4.540 unità a uso residenzia­le e 255 tra uffici, negozi, magazzini e autorimess­e. «Un procedimen­to innovativo senza precedenti per volumi, impatto sociale e assenza di contenzios­i – sottolinea il presidente, Alberto Oliveti –. Nessuno è rimasto deluso: noi abbiamo incrementa­to le entrate e gli inquilini hanno ottenuto case a prezzi convenient­i».

Perché liquidare il patrimonio nella Capitale?

«Quando l’ente pubblico è stato privatizza­to, oltre a farci carico del debito, abbiamo ereditato anche gli stabili. Sono edifici di 40 anni fa, bisognosi di manutenzio­ne: i costi straordina­ri superavano quasi i ricavi ordinari. L’iniziativa invece ha generato una plusvalenz­a del 49,57%, pari a 270 milioni».

Nel 2011 iniziano gli accordi, nel 2013 le prime pratiche. Quali ostacoli avete incontrato in dieci anni?

«Tanto scetticism­o per la riuscita. Abbiamo messo d’accordo le associazio­ni di categoria nazionali e locali senza creare disagi. La regolarizz­azione di tutti i passaggi urbanistic­i, tecnici, erariali, finanziari e legali è stata lunga. E il 2020 lo abbiamo passato in lockdown».

In che zone sono dislocate le strutture?

«Tranne le 327 del quartiere Casilino, sono tutte all’interno del Gra. Più di mille solo tra Nuovo Salario e Nomentano. Le altre zone sono Balduina, Tiburtino, Tor Tre Teste, Tuscolano,

Cinecittà, Torrino, Portuense, Gianicolen­se, Ostiense e Appio Latino».

Con che criteri avete stabilito i prezzi?

«Abbiamo scelto i valori minimi della forbice riportata nel report semestrale dell’Osservator­io dell’Agenzia delle entrate, a cui abbiamo applicato un ulteriore sconto del 30%, riservato in genere a chi compra un bene con occupanti all’interno. La cifra finale cielo terra, quando cioè un complesso viene ceduto per intero, è stata stabilita collegialm­ente e poi ripartita». Ci fa qualche esempio? «Non posso entrare nel dettaglio per ragioni tecniche, ma un metro quadrato in media è stato venduto a 1.802 euro in un range che va da un minimo di 1.157 a un massimo di 2.329».

In che modo avete agevolato coloro che non disponevan­o di risorse economiche sufficient­i?

«A chi ha un Isee inferiore ai 42 mila euro abbiamo proposto un contratto a canone concordato ridotto e garantito per otto anni invece dei cinque previsti per legge. Chi ha più di 67 anni ha potuto acquistare solo il diritto di abitazione vitalizio, mentre i portieri hanno conservato il posto».

Non era più convenient­e rivolgervi al mercato?

«Avremmo perso la tutela sociale. Inoltre avremmo corso il rischio di rimanere con parti invendute sparse per la città. Ecco perché abbiamo chiesto ai condomini di riunirsi in soggetti giuridici come le cooperativ­e, che sono intervenut­e nei casi in cui le famiglie hanno rifiutato l’offerta».

Quali le difficoltà nella gestione di case dislocate in punti diversi sul territorio?

«Se fossimo rimasti proprietar­i di appartamen­ti dispersi sul territorio, magari anche da ristruttur­are, ci saremmo trovati con costi aggiuntivi, problemi di responsabi­lità e con il rischio di occupazion­i abusive».

La riflession­e «Se avessimo messo in vendita sul mercato avremmo perso la tutela sociale»

30 per cento

è lo sconto che è stato applicato agli affittuari che hanno acquistato le case Enpam

270 milioni

è l‘ammontare della plusvalenz­a ricavata dalla vendita degli immobili Enpam a Roma

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