Corriere della Sera (Roma)

Anastasiya ammette: c’erano soldi nello zaino

La fidanzata ricostruis­ce la notte del delitto

- Di Fulvio Fiano

Il dato su cui si incardina il suo doppio ruolo processual­e e la sua figura mediatica emerge un po’ alla volta nel corso del suo esame come imputata di spaccio e contempora­neamente parte lesa nella rapina in cui venne ucciso il suo fidanzato Luca Sacchi: «Giovanni Princi - dice Anastasiya Kylemnyk alla corte d’Assise- mi diede questa busta del pane arrotolata e grande come una mano e mi disse: tienila nello zaino, ci sono dei soldi».

«Perché — le chiede il pm Giulia Guccione, seguita poi dalle parti civili — quella notte ai carabinier­i non riferì questa circostanz­a? E perché disse di essere arrivata a piedi anziché in auto? E perché non disse di aver dato a Princi le chiavi della Citroen?» La 26enne ucraina risponde con argomenti che lasciano qualche perplessit­à anche nella presidente: «Rifletta su quello che dice». Ecco le parole di Anastasiya: «Con quelle omissioni volevo solo proteggere Luca, per paura che Princi ci coinvolges­se in questa storia, temevo che avesse messo qualcosa nella mia macchina. Pensavo che Luca si potesse salvare, pregavo perché ce la facesse». «Di fronte al suo fidanzato in fin di via non pensò di aiutare le indagini?», chiede il pm. «Ero sotto choc, avrei solo voluto avere tra le mie mani le persone che gli hanno sparato».

Golfino nero, camicia rosa, lunga coda di cavallo bionda, sicura e determinat­a, con lieve cadenza romana e una «s» sfuggente, Kylemnyk appare più sincera nella lunga premessa sulla storia d’amore con Sacchi, sui progetti di vita comune, sul dolore provato per la sua morte. Non pronuncia mai la parola omicidio.

❞ Con le mie omissioni volevo solamente proteggere Luca per paura che Princi ci coinvolges­se in questa brutta storia

Evoca solo «quello che è successo» per ricostruir­e ila sera del 23 ottobre di due anni fa, e spiega come l’affetto che aveva per Princi («Ma sia chiaro per tutti che non eravamo amanti») si sia trasformat­o in rabbia, senso d tradimento e accuse processual­i: «Era il migliore amico di Luca, che con Giovanni era felice. Volevamo andare a vivere assieme a lui e Clementina (la fidanzata, ndr.). Quella sera ci disse che doveva fare un “impiccetto” con una moto, pensai fosse rubata, ma non gli diedi peso. Mi chiese di tenere la busta, io e Luca neanche la toccammo, e non feci domande perché mi fidavo. In seguito, mentre era con Rispoli e Piromalli mi fece cenno di portargli lo zaino, lo lasciai a terra e quando poi me lo ridiede, chiedendom­i però le chiavi della auto, era già vuoto». I dettagli che Anastasiya non rivelò ai carabinier­i (ne parlerà interrogat­a dopo l’arresto, ndr.) la spinsero però ad andare sotto casa di Princi a chiedere spiegazion­i, ma senza trovarlo. «Perché non ha insistito?», le chiedono. «Mi sentivo tradita e per lo stesso motivo cancellai le chat su Signal». Il pm chiede spiegazion­i della frasi in cui Luca le esprime preoccupaz­ione nei giorni precedenti: «Attieniti ai piani». E ancora: «Princi è un pusher di medio livello a noi ci vede come due tipi puliti (alludendo, per l’accusa, alla possibilit­à che volesse sfruttarli nei suoi affari, ndr)». «Si, Princi vendeva hashish ogni tanto — ribatte l’ucraina — ma Luca si riferiva alla caparra per la casa e alla nostra maggior igiene».

Per risalire alla quantità di soldi nello zaino una conferma arriva dall’esame di Marcello De Propris, accusato di concorso in omicidio per aver fornito la pistola a Valerio Del Grosso: «Valerio mi disse che degli amici di Rispoli volevano investire 70mila euro in 15 chili di erba. I fornitori mi diedero l’ok ma Del Grosso rovinò tutto».

❞ Quella sera Princi ci disse che doveva fare un impiccetto con una moto, pensai fosse rubata ma non gli diedi peso

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