Scuole, non più del 70% Nei licei più ingressi alle 10
Per aumentare le presenze i presidi dovranno farsi autorizzare
Sugli studenti che tornano in presenza alle superiori il Lazio «ribalta» la prospettiva: il 70%, ha chiarito l’Ufficio scolastico regionale, emanazione del ministero dell’Istruzione, è al momento la quota massima e i presidi che vorranno «eccedere» verso il 100% (a meno che già non siano al 75% come previsto precedentemente) dovranno prima «chiedere la preventiva autorizzazione a questo ufficio che si raccorderà con le aziende del trasporto pubblico». Oltre il 70%, infatti, i trasporti diventerebbero un problema non gestibile ma, del resto, il caso a oggi non si pone perché la maggior parte delle scuole, anche volendo - e non vogliono - non potrebbero spingersi oltre. Ancora ieri i presidi e soprattutto i sindacati, che hanno espressamente chiesto una deroga all’obbligo del 70%, speravano di poter ottenere percentuali più basse, e l’idea in effetti è stata presa in considerazione dalla Regione. L’assessore alla Scuola Claudio Di Berardino ha aperto alla possibilità di valutare l’ipotesi, conservando una presenza tra il 50 e il 60% che però includesse tutte le classi quinte e che avrebbe, nei fatti, portato la media laziale al 59%. Opzione sfumata, e dunque valgono le regole che, nel pomeriggio, ha diffuso l’Usr. Già nella prima settimana e quindi da lunedì, scrive il direttore Rocco Pinneri, gli istituti dovranno incrementare il tempo-scuola:
«Occorre garantire la didattica in presenza al 70% degli studenti», dice Pinneri. Restano fermi i due ingressi delle 8 e delle 10 ma, è stato stabilito con la Prefettura, durante una riunione con il prefetto Matteo Piantedosi, non dovranno aumentare gli alunni che entrano alle 8: quindi l’eventuale incremento di studenti fino al 70% dovrà essere attribuito alla fascia delle 10 (+18%). Chiaramente, le scuole che non hanno spazi sufficienti e che quindi non potranno raggiungere il 70% si attesteranno sulle percentuali massime possibili. Chi, infine, non va già a scuola il sabato, non dovrà prevederlo. Il consiglio è di privilegiare la presenza nelle classi quinte, prossime alla maturità. Per i sindacati l’apertura così spinta resta «un azzardo», mentre i presidi continuano a chiedere più tamponi e una revisione dei criteri di formazione delle classi: «Quelle dell’anno prossimo arrivano anche 30 alunni con disabili - denunciano -, così si rischia che a settembre, se varrà ancora il distanziamento, si ripresenteranno gli stessi problemi di oggi».