Il piano paesistico della Regione Valeriani: una grande conquista
È all’insegna della semplificazione, di una ratio unica valida per tutte le amministrazioni locali, il nuovo Ptpr (Piano territoriale paesistico regionale) approvato dopo 23 anni dalla Regione Lazio d’intesa con il ministero della Cultura: uno strumento di tutela che interessa oltre il 65 per cento del territorio sottoposto a vincoli di diversa intensità, a difesa integrale o più blanda.
Massimiliano Valeriani, assessore regionale all’Urbanistica, quali sono i vantaggi del nuovo Piano atteso dal 1998?
«Per la Regione il Ptpr è una grande conquista, dopo che abbiamo convissuto con un quadro molto confuso. Prima avevamo 33 piani territoriali, che spesso si sovrapponevano su una singola porzione di territorio vincolata: spesso si tendeva a far prevalere l’interpretazione più restrittiva o a ritagliarsi un margine di discrezionalità, adesso abbiamo spazzato via quel dedalo di norme».
In che modo verrà agevolato il lavoro degli uffici comunali?
«I Comuni, oltre al permesso a costruire, potranno rilasciare anche le autorizzazioni paesaggistiche, riducendo notevolmente i tempi di attesa. Finora, dopo aver ottenuto dall’amministrazione locale il nullaosta a costruire, per iniziare i lavori nelle aree vincolate bisognava aspettare l’autorizzazione paesaggistica: grazie al nuovo Ptpr, in accordo con il ministero, i Comuni potranno accordarla senza ulteriori passaggi. Tra l’altro, l’approvazione rende il nuovo regime operativo da subito, superando i 33 piani territoriali che prima creavano ostacoli anche nei territori non sottoposti a vincolo».
Quali ulteriori aggiornamenti prevede il Piano?
«Il vecchio si basava su una cartografia del 1994, che ha prodotto una mole di osservazioni oltre a suscitare parecchi malumori… Nel frattempo il territorio è cambiato, in alcune aree sono sorti tribunali, ospedali, prefetture: in base alle norme precedenti erano considerate a tutela integrale, ma il vincolo non teneva conto delle trasformazioni avvenute successivamente. Il ministero ha accolto la richiesta di aggiornare la cartografia, inserendo l’ultima del 2014 che riflette la situazione in modo più aderente alla realtà: prova ne sia il fatto che l’area verde dove poi è stato costruito Corviale era a tutela integrale…».
Alcune associazioni ambientaliste, tra cui Italia Nostra, contestano il fatto che nel nuovo Ptpr non sia inserito il centro storico di Roma, sito Unesco: la tutela delle Nazioni Unite, infatti, non sarebbe cogente ma varrebbe come semplice indirizzo.
«Non è un tema che poteva risolvere da sola la Regione… Roma Capitale e il ministero non ci hanno chiesto nulla. Il principio di tutela del centro storico, se viene ritenuto un caso a sé da trattare in modo differente rispetto ai 377 Comuni del Lazio, deve essere esplicitato dal Campidoglio, non è di nostra competenza. Se dal Collegio Romano avessero voluto modificare le norme vigenti, o se il Comune ne avesse fatto richiesta, noi ci saremmo adeguati».