Protezione civile, condannato a 4 anni dirigente usuraio
Dalla sua scrivania di funzionario al dipartimento della Protezione civile ha organizzato un giro di strozzinaggio nella cui rete sono finite 17 persone. Alcune anche impiegate nel quartier generale di via Ulpiano, accanto al Palazzaccio. Un sistema rodato in nove anni di attività, per cui ora Stefano Galeffi, responsabile dell’ufficio del consegnatario, è stato condannato, al termine del rito abbreviato, a 4 anni e 9 mesi con l’accusa di usura per aver prestato denaro con tassi settimanali fino all’80%. Al funzionario è stato contestato anche il peculato per essersi appropriato di beni di cancelleria: penne, block notes e cartelline di lavoro.
I primi passi Galeffi, 63 anni, li ha mossi nel 2009. Quando è stato arrestato, nel gennaio del 2018, nella sua casa sono stati trovati 1,3 milioni di euro in contanti, stretti con l’elastico e nascosti in scatole da scarpe. Soldi almeno in parte frutto dei proventi dell’usura, tanto che 760 mila euro gli sono stati confiscati. Galeffi ha provato a giustificare la presenza di tanto denaro sostenendo che si trattava dei risparmi di una vita che non aveva mai versato in banca per paura che quel patrimonio fosse eroso dalle spese di gestione del conto corrente. Solo una scusa, per il pm Luigi Fede che ne ha sollecitato la condanna.
Secondo l’accusa, oltre ai colleghi di lavoro a essersi rivolti a Galeffi sono stati anche ristoratori e negozianti di Prati. La principale caratteristica del sistema creato da funzionario era il metodo di restituzione del denaro: per cancellare il debito, la vittima si impegnava a pagare le rate settimanali con un tasso d’interesse oscillante fra il 40e l’80% dell’importo complessivo. Il meccanismo funzionava, visto che le vittime chiedevano fra gli 800 e i 1.600 euro e pagavano 50-100 euro a settimana. Saldato un debito, alcune di loro sono tornate dal funzionario chiedendo più soldi, ed è stato allora che sono cominciati i problemi. Anche perché Galeffi non è mai andato incontro alle loro difficoltà. Anzi, ha finto di rappresentare un usuraio pericoloso senza mai rivelare il suo nome per terrorizzare i debitori quando li sollecitava a pagare perché erano in ritardo: «Se trovi qualcuno sotto l’ufficio o sotto casa tua li avvertiva - poi non te la prendere con me».
Il nascondiglio Galeffi aveva nascosto 1,3 milioni in una scatola di scarpe: 760mila sono stati confiscati