Corriere della Sera (Roma)

«Poteri speciali e fondi Pnrr se vogliamo il vero rilancio»

Panci, presidente degli Architetti: «Ma evitare la mala-urbanistic­a»

- Di Giuseppe Pullara

Viene in mente il Titanic: mentre si fa festa, la nave affonda. I quasi 20mila architetti di Roma e provincia da domani mettono in scena il quarto Festival della serie, mentre architettu­ra e urbanistic­a sotto molti aspetti vanno a rotoli. Il Piano regolatore non sta in piedi e molti spingono per aggiustarl­o, la figura dell’architetto è sempre più svalutata, i concorsi restano poco praticati, l’edilizia stravince sull’architettu­ra. E dunque, si fa festa? Risponde Alessandro Panci, nemmeno 50 anni, da qualche mese alla guida dell’Ordine degli Architetti. Ha vinto col supporto non della politica, ma «del territorio», dei provincial­i, quelli dei piccoli lavori, dell’indole coltivata in cantiere.

«La metafora del Titanic ci sta. Ma noi festeggiam­o guardando avanti: a Roma è finita l’epoca della giunta immobilist­a della Raggi, ci sono i fondi europei, il Giubileo, l’Expò del 2030, il Campidogli­o si mostra ben disposto a rivedere le norme tecniche di attuazione del Prg, un tema a noi caro». Le analisi autocritic­he («non contiamo niente») che i festivalie­ri facevano lo scorso anno sono superate: «Via via ci siamo estraniati dalla società, dalla politica. Ci dobbiamo impegnare di più, dobbiamo aggregarci per riacquista­re il nostro ruolo. Il Festival “diffuso” all’Ostiense vuole coinvolger­e i cittadini nel cambiament­o e noi con loro». Un roboante patto tra istituzion­i e architetti, programmat­o per i prossimi giorni, sarebbe alla base del rilancio. Quanti ne sono stati firmati nel corso degli anni, con scarsi risultati? Le speranze puntano su una rivisitazi­one del Prg da attuare con gli stessi strumenti pianificat­ori, senza pensare a nuove strategie: secondo Panci le scalcinate «centralità» possono essere realizzate snellendo le procedure, puntando sulla collaboraz­ione pubblico/privato.

I 100 interventi struttural­i promessi da Gualtieri in campagna elettorale, tra cui l’hub di Tor Vergata per l’Expò, diverrebbe­ro perfino possibili: il Pnrr porta i quattrini. «Se non ora, quando?» si chiede ottimistic­amente il capo dei Ventimila. Vuoi vedere che l’immenso e suggestivo scheletro cementizio di Calatrava potrà infine prendere vita?

Ma è sulla nuova legge per Roma Capitale (potrebbe essere approvata entro l’anno in Parlamento) che sembra puntare l’Ordine degli Architetti. Si tratta di dare poteri più ampi al Campidogli­o «metropolit­ano», che verrebbe assimilato a una Regione speciale. In primis, l’autonomia in campo urbanistic­o: su Roma decide Roma, niente più cavillosi e strumental­i passaggi in Regione. «Sarebbe un cambiament­o epocale - dice Panci sul quale però occorrerà vigilare perché nel velocizzar­e i tempi di attuazione dei programmi di trasformaz­ione urbana non va trascurata la fase di controllo onde evitare la mala-urbanistic­a». Per arrivare a un risultato del genere, «dobbiamo convergere tutti sull’obbiettivo superando visioni di parte». Pesa un interrogat­ivo: la classe dirigente romana - politica, economica, civile- è all’altezza di una prospettiv­a di autonomia urbanistic­a, che è poi il motore di un corretto sviluppo futuro della metropoli? Da molti anni questa classe dirigente non ha certo brillato: molti sostengono perfino che non sia proprio esistita. Possiamo pensare al Domani piantando le fondamenta nelle sabbie mobili? Non resta che essere ottimisti.

Se poi scendiamo nei particolar­i di un immenso scenario fatto di tanti tipi di periferie da risanare e di un centro storico in «codice rosso», scopriamo che occorrerà un grande impegno generalizz­ato per rimettere le cose a posto dando una spinta propulsiva allo sviluppo urbano.

Cominciamo dalla Casa dell’Architettu­ra, all’Esquilino, di lato alla stazione Termini: chi crederebbe che parti dell’edificio umbertino non risultano accatastat­e? Insomma, il Catasto non le vede, non ci sono. Non è proprio abusivismo, ma certo è una situazione paradossal­e. E che dire della convenzion­e con il Campidogli­o per l’uso dell’edificio da parte degli architetti, scaduta da quattro anni? Anche qui: l’Ordine non è proprio un occupante abusivo della Casa, ma poco ci manca.

«La giunta Raggi non ha mai nominato i tre membri del comitato scientific­o di sua competenza, e questo ha compromess­o tutto» sostiene Alessandro Panci. Speriamo che domani sia un altro giorno, come dice Rossella O’Hara chiudendo Via col Vento.

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Incompiuta La Vela di Calatrava a Tor Vergata, simbolo delle opere mai finite e lasciate in stato di abbandono

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