«Poteri speciali e fondi Pnrr se vogliamo il vero rilancio»
Panci, presidente degli Architetti: «Ma evitare la mala-urbanistica»
Viene in mente il Titanic: mentre si fa festa, la nave affonda. I quasi 20mila architetti di Roma e provincia da domani mettono in scena il quarto Festival della serie, mentre architettura e urbanistica sotto molti aspetti vanno a rotoli. Il Piano regolatore non sta in piedi e molti spingono per aggiustarlo, la figura dell’architetto è sempre più svalutata, i concorsi restano poco praticati, l’edilizia stravince sull’architettura. E dunque, si fa festa? Risponde Alessandro Panci, nemmeno 50 anni, da qualche mese alla guida dell’Ordine degli Architetti. Ha vinto col supporto non della politica, ma «del territorio», dei provinciali, quelli dei piccoli lavori, dell’indole coltivata in cantiere.
«La metafora del Titanic ci sta. Ma noi festeggiamo guardando avanti: a Roma è finita l’epoca della giunta immobilista della Raggi, ci sono i fondi europei, il Giubileo, l’Expò del 2030, il Campidoglio si mostra ben disposto a rivedere le norme tecniche di attuazione del Prg, un tema a noi caro». Le analisi autocritiche («non contiamo niente») che i festivalieri facevano lo scorso anno sono superate: «Via via ci siamo estraniati dalla società, dalla politica. Ci dobbiamo impegnare di più, dobbiamo aggregarci per riacquistare il nostro ruolo. Il Festival “diffuso” all’Ostiense vuole coinvolgere i cittadini nel cambiamento e noi con loro». Un roboante patto tra istituzioni e architetti, programmato per i prossimi giorni, sarebbe alla base del rilancio. Quanti ne sono stati firmati nel corso degli anni, con scarsi risultati? Le speranze puntano su una rivisitazione del Prg da attuare con gli stessi strumenti pianificatori, senza pensare a nuove strategie: secondo Panci le scalcinate «centralità» possono essere realizzate snellendo le procedure, puntando sulla collaborazione pubblico/privato.
I 100 interventi strutturali promessi da Gualtieri in campagna elettorale, tra cui l’hub di Tor Vergata per l’Expò, diverrebbero perfino possibili: il Pnrr porta i quattrini. «Se non ora, quando?» si chiede ottimisticamente il capo dei Ventimila. Vuoi vedere che l’immenso e suggestivo scheletro cementizio di Calatrava potrà infine prendere vita?
Ma è sulla nuova legge per Roma Capitale (potrebbe essere approvata entro l’anno in Parlamento) che sembra puntare l’Ordine degli Architetti. Si tratta di dare poteri più ampi al Campidoglio «metropolitano», che verrebbe assimilato a una Regione speciale. In primis, l’autonomia in campo urbanistico: su Roma decide Roma, niente più cavillosi e strumentali passaggi in Regione. «Sarebbe un cambiamento epocale - dice Panci sul quale però occorrerà vigilare perché nel velocizzare i tempi di attuazione dei programmi di trasformazione urbana non va trascurata la fase di controllo onde evitare la mala-urbanistica». Per arrivare a un risultato del genere, «dobbiamo convergere tutti sull’obbiettivo superando visioni di parte». Pesa un interrogativo: la classe dirigente romana - politica, economica, civile- è all’altezza di una prospettiva di autonomia urbanistica, che è poi il motore di un corretto sviluppo futuro della metropoli? Da molti anni questa classe dirigente non ha certo brillato: molti sostengono perfino che non sia proprio esistita. Possiamo pensare al Domani piantando le fondamenta nelle sabbie mobili? Non resta che essere ottimisti.
Se poi scendiamo nei particolari di un immenso scenario fatto di tanti tipi di periferie da risanare e di un centro storico in «codice rosso», scopriamo che occorrerà un grande impegno generalizzato per rimettere le cose a posto dando una spinta propulsiva allo sviluppo urbano.
Cominciamo dalla Casa dell’Architettura, all’Esquilino, di lato alla stazione Termini: chi crederebbe che parti dell’edificio umbertino non risultano accatastate? Insomma, il Catasto non le vede, non ci sono. Non è proprio abusivismo, ma certo è una situazione paradossale. E che dire della convenzione con il Campidoglio per l’uso dell’edificio da parte degli architetti, scaduta da quattro anni? Anche qui: l’Ordine non è proprio un occupante abusivo della Casa, ma poco ci manca.
«La giunta Raggi non ha mai nominato i tre membri del comitato scientifico di sua competenza, e questo ha compromesso tutto» sostiene Alessandro Panci. Speriamo che domani sia un altro giorno, come dice Rossella O’Hara chiudendo Via col Vento.