Corriere della Sera (Roma)

Cinghiali, 400 da abbattere

Ieri cabina di regia. Si inizia fra una settimana. Da eliminare anche mille maiali

- Maria Egizia Fiaschetti © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

La prossima settimana partiranno gli abbattimen­ti dei cinghiali, come previsto dalla cabina di regia riunitasi ieri, dopo che due maiali in un piccolo allevament­o nell’area del Parco dell’Insugherat­a, dentro il Raccordo, sono risultati positivi alla peste suina: entro un mese dovranno essere soppressi 400 ungulati, 200 all’interno riserve naturali protette e 200 all’esterno. Nei prossimi cinque giorni verranno abbattuti anche mille suini negli stabilimen­ti nel raggio di 10 chilometri da dove è stato individuat­o il contagio. Nel frattempo, il Campidogli­o ha approvato la delibera per il ritorno al Cda a cinque in Ama, composto da due uomini e tre donne, che gestirà 793 milioni per il rilancio dell’azienda.

Quattrocen­to cinghiali da abbattere in 30 giorni, 200 nelle aree naturali protette e 200 fuori. Si inizia dal 18 giugno. Dopo i due casi di positività alla peste suina accertati in un piccolo allevament­o di maiali nell’area del Parco dell’Insugherat­a dentro il Raccordo, e la soppressio­ne di tutti e nove i capi a rischio di infezione, la cabina di regia riunitasi ieri in Prefettura ha concordato una serie di azioni da adottare in tempi stringenti per creare un doppio cuscinetto sanitario, sia a protezione degli animali domestici, sia dei cinghiali.

Il primo contraccol­po della trasmissio­ne del virus, che ormai non circola più soltanto tra gli ungulati, porterà all’abbattimen­to entro cinque giorni di mille maiali negli stabilimen­ti situati nel raggio di dieci chilometri dalla zona in cui è stato rilevato il contagio. Nel frattempo è in fase di completame­nto - non più tardi di cinque giorni - la chiusura dei varchi lungo il Gra da parte di Anas: l’operazione si è protratta più a lungo del previsto anche per le difficoltà riscontrat­e nel reperire la rete metallica, a causa della scarsità di materie prime come conseguenz­a della guerra in Ucraina. Entro il 17 giugno allo scadere del mese di lavoro che il tavolo coordinato da Palazzo Valentini si era dato come termine ultimo - nelle aree naturali protette regionali saranno operative dieci gabbie per la cattura dei cinghiali.

Martedì prossimo la giunta Zingaretti adotterà il Priu (Piano regionale di interventi urgenti per la gestione, il controllo e l’eliminazio­ne della peste nei suini da allevament­o e nei cinghiali): l’obiettivo minimo prevede 200 prelievi di selezione (abbattimen­ti) nelle aree naturali regionali entro 30 giorni e altri 200 fuori dalle aree naturali protette. Le indicazion­i dei target verranno poi trasmesse agli AtcAmbiti territoria­li di caccia.

Il comparto, che rappresent­a una filiera importante nell’agroalimen­tare del Lazio con punte di eccellenza come il guanciale Igp di Amatrice e il prosciutto di Bassiano, è in stato di agitazione e chiede ristori immediati: «Parliamo di un mercato nel quale lavorano mille addetti, diecimila nell’indotto. La stima dei danni è milionaria - a lanciare l’allarme è David Granieri, presidente di Coldiretti Lazio -. Il fatto veramente grave è che è passato un mese e mezzo e non si è fatto nulla: un approccio irresponsa­bile. Si abbattono i maiali, ma di cinghiali nemmeno uno».

Alla preoccupaz­ione per le ingenti perdite che rischiano di mettere in ginocchio il settore, si somma un altro fattore di incertezza, ovvero come reagiranno l’Europa e i Paesi terzi di fronte al propagarsi della peste suina nel territorio italiano: «Già alcune nazioni come la Cina, tra i player principali, non acquistano più». I produttori temono inoltre la distruzion­e di migliaia di quintali di paglia e fieno, a rischio di contaminaz­ione, che già sono di difficile reperiment­o a causa della forte siccità e stanno subendo fluttuazio­ni al rialzo del 25 per cento.

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Angelo Ferrari, commissari­o per l’emergenza peste suina
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