Corriere della Sera (Roma)

Il soccorso «diverso»

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L’articolo di Giuseppe Pullara «Io, motociclis­ta sballottat­o tra gli ospedali», del 18 maggio scorso, riporta fatti che non corrispond­ono alla realtà. Il paziente è giunto al pronto soccorso presso l’ospedale di Tivoli tramite un’ambulanza del 118 su tavola spinale e con collare cervicale in codice rosso e non «su un furgone privo di speciali attrezzatu­re di soccorso». È stato sottoposto a tutte le verifiche diagnostic­he come da procedure e nella sua permanenza in pronto soccorso è stato continuame­nte accudito dal personale in servizio, che gli ha anche messo a disposizio­ne i propri cellulari per comunicare coi i parenti, con cui i medici a loro volta hanno comunicato più volte. Dopo gli esiti delle analisi, previa consulenza traumatolo­gica, è stato trasferito all’Umberto I con un’ambulanza della Asl Roma 5 e non «in un furgoncino di cui potrebbe servirsi Amazon», come riferito.

Ufficio Stampa ASL Roma 5

Lo scenario riguardant­e il pubblico soccorso descritto nell’articolo corrispond­e a quanto ho sperimenta­to come protagonis­ta dell’incidente, senza aggiunte fantasiose. I diversi punti di vista si possono spiegare forse con le diverse aspettativ­e che la Asl e io stesso abbiamo sul Ssn. (G.P.)

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