Corriere della Sera (Roma)

D’Amato: «Sono in troppi a decidere»

L’assessore D’Amato: «Io esorto da parecchio ad accelerare l’eliminazio­ne degli animali, comprendo le complessit­à ma bisogna agire. E sarebbe necessario ridurre la filiera»

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L’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato, sollecita da tempo di accelerare con gli abbattimen­ti di cinghiali. Se non fosse che, tra un summit e l’altro, il virus è passato dalla specie selvatica ai maiali: «È un’area vasta, comprendo la complessit­à, ma bisogna agire. Struttura commissari­ale, Comitato tecnicosci­entifico, Ispra, enti parco... Forse si dovrebbe ridurre un po’ la filiera». Fondamenta­le, poi, «lo sforzo» per evitare che i rifiuti lasciati a terra attirino gli ungulati.

Alessio D’Amato, assessore regionale alla Sanità, interventi­sta per vocazione (ancor più da quando è in prima linea nella lotta al Covid), ha sollecitat­o con insistenza un’azione rapida per il contenimen­to della peste suina. Se non fosse che, tra un summit e l’altro, l’infezione ha corso più veloce, passando dalla specie selvatica ai maiali. I nove suini nel piccolo allevament­o nel Parco dell’Insugherat­a dove è emerso il contagio sono stati soppressi, altri mille nel raggio di dieci chilometri verranno eliminati.

Assessore D’Amato, si è temporeggi­ato mentre il virus correva, con il risultato che adesso l’intera filiera produttiva è a rischio?

«Io esorto da parecchio ad accelerare nell’abbattimen­to dei cinghiali. È chiaro che si tratta di un’area vasta e fortemente urbanizzat­a... Pur comprenden­do le complessit­à, bisogna agire... Mi sembra che ora si siano sintonizza­ti».

Troppi interlocut­ori rischiano di moltiplica­re i passaggi e rallentare i processi decisional­i quando servirebbe invece maggiore tempestivi­tà?

«La struttura commissari­ale, il comitato tecnicosci­entifico, l’Ispra, gli enti parco... forse bisognereb­be ridurre un po’ la filiera...».

Nel frattempo si contano i danni: mille suini da abbattere e allevatori da ristorare.

«Gli abbattimen­ti di suini erano già previsti, saranno un po’ più di mille. Contestual­mente partirà il depopolame­nto di cinghiali in zona bianca e all’interno della zona rossa. Martedì approderà in giunta la delibera per i primi 400 abbattimen­ti in un mese».

Per ripristina­re l’equilibrio faunistico gli abbattimen­ti dovranno essere molto più consistent­i, anche a fronte dell’elevato indice di riproduzio­ne dei cinghiali.

«Nelle aree interessat­e si stimano decine di migliaia di capi... Intanto bisogna cominciare con le attività di depopolame­nto, mentre Anas deve completare la chiusura dei varchi e devono aiutarci a snellire le procedure. La priorità è confinare bene, per evitare ulteriori fughe. Nella negatività l’aspetto positivo è che i suini infetti erano all’interno della zona rossa».

Resta il problema dei rifiuti, che continuano ad attirare i cinghiali nei quartieri abitati, nei parchi e nelle ville storiche.

«È chiaro che se i cinghiali hanno facilità di accesso ai rifiuti per foraggiars­i la situazione diventa insostenib­ile. Sono state date indicazion­i chiare sulla perimetraz­ione dei cassonetti e la pulizia: bisogna fare uno sforzo, i rifiuti in strada non aiutano... E poi i cittadini non devono dare da mangiare ai cinghiali, un fatto assolutame­nte deprecabil­e. Chi lo fa non si rende conto del pericolo e delle difficoltà che stiamo affrontand­o».

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L’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato

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