Peste suina, la Regione approva il Piano per abbattere i cinghiali
Domani la giunta regionale del Lazio approverà il Priu (Piano regionale di interventi urgenti per la gestione, il controllo e l’eradicazione della peste suina africana nei suini da allevamento e nella specie cinghiale). Il primo step - come indicato dalla cabina di regia coordinata dal commissario straordinario, Angelo Ferrari prevede l’abbattimento di 400 ungulati in 30 giorni, 200 nelle aree verdi naturali e 200 all’esterno. Sono invece già partiti gli interventi per sopprimere poco più di un migliaio di maiali nel raggio di dieci chilometri dal piccolo allevamento situato all’interno del Parco dell ’Insugherata, in zona rossa, dove due capi sono risultati positivi al virus che, nel Lazio, sembra avere una circolazione alquanto sostenuta: una delle cause potrebbe essere la concentrazione in un’area circoscritta (60 chilometri quadrati), che avrebbe favorito la maggiore trasmissibilità del patogeno. La Regione dovrà pianificare tutte le misure idonee a ripristinare l’equilibrio faunistico, a fronte di un sovrappopolamento che potrebbe aver raggiunto i 100 mila ungulati, coinvolgendo non soltanto i selettori, ma anche i cacciatori. I primi 400 abbattimenti sono infatti il target minimo, mentre per contenere l’epidemia si dovrebbero eliminare almeno 37 mila ungulati, in linea con i numeri di altre regioni come il Piemonte, dove però non si è ancora registrato nessun caso - vale lo stesso per la Liguria - di contagio dalla specie selvatica ai suini. Altro fronte sul quale occorre accelerare, per puntellare il cuscinetto sanitario ed evitare che l’infezione continui a espandersi, la chiusura capillare dei varchi lungo il Grande raccordo anulare, che Anas dovrebbe completare in questi giorni su pressing della task-force.