Corriere della Sera (Roma)

Massimo Maestrelli: «Lotito è fatto così Io aprirei Formello, ma non cambierà nulla»

«Spero mandi un segnale con gli abbonament­i»

- Marco Calabresi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

I laziali ancora lo fermano per strada, per il solo fatto di chiamarsi Maestrelli. Massimo, laziale lo è da sempre e per sempre lo sarà. «Perché la Lazio è solo dei tifosi – dice – Non è stata la Lazio di papà, di Chinaglia, di Cragnotti, o di Lotito. E io la seguirò sempre: eppure basterebbe poco per unire la società e la sua gente…».

Maestrelli, che idea si è fatto dell’ennesima polemica tra Lotito e i laziali?

«Che Lotito non lo fa apposta, è fatto proprio così. Situazioni come quella che si sta vivendo non gli fanno né caldo né freddo. Questi atteggiame­nti fanno parte del suo carattere: non vuole fare il polemico, ma molto spesso lo diventa, ogni volta che parla. Lui è pragmatico, concreto, guarda l’equilibrio finanziari­o, ma non si rende conto di quanto si stia perdendo. Non dà, ma prende pochissimo».

Cosa si sta perdendo in particolar­e?

«La passione dei tifosi, che si tramanda di padre in figlio. Vado allo stadio, ci vanno i miei figli, poi ci andranno i miei nipoti. L’Olimpico è scomodo da raggiunger­e e se avessimo uno stadio come quello della Juventus la gente sarebbe invogliata ad andare, ma nonostante questo lo spettacolo di Lazio-Verona lo abbiamo visto tutti. Dovrebbe essere quello il punto di partenza».

Che cosa farebbe per riavvicina­re la Lazio alla sua gente?

«Una cosa molto semplice. Tre volte al mese aprirei Formello ai tifosi. Magari non per una seduta tattica in cui Sarri deve provare la formazione, ma basterebbe anche un allenament­o di scarico. I bambini avrebbero la possibilit­à di vedere i loro idoli a pochi metri, di farsi una foto. E anche i giocatori hanno bisogno dei tifosi, avrebbero tanto da guadagnare. Che senso ha chiudere tutto? Ormai il calcio non ha più segreti, non c’è niente da nascondere».

La campagna abbonament­i è lo spartiacqu­e di questa estate?

«Penso di sì, più della campagna acquisti. Mi aspetto un passo avanti della società, o indietro a seconda della prospettiv­a. Se il club lancia un segnale mettendo dei prezzi alla portata di tutti, poi sta ai tifosi dare la risposta. Il primo passo devono farlo Lotito e la società, il secondo i laziali, che sono oltretutto innamorati di Sarri, che ha portato tanto alla Lazio anche a livello di personalit­à. Quindi allo stadio ci vanno ancor più volentieri».

Certi atteggiame­nti fanno parte del suo carattere. Non vuole essere polemico ma spesso lo diventa

Le piacerebbe una figura «alla Peruzzi» che possa legare società e tifosi?

«Anche questa potrebbe essere una buona idea: avere una figura amica, cordiale, in cui il tifoso può riconoscer­si. Non deve essere per forza un nome altisonant­e alla Klose».

Proposte?

«Mi viene in mente uno come Angelo Gregucci, che è stato importante nella Lazio nel -9, un tifoso della Lazio e amato dalla gente».

La Lazio è dei tifosi, non di mio papà o di Lotito o di Cragnotti. Vedrei bene una figura alla Gregucci

Lotito cambierà?

«Mai, anche perché ha un’età e ha una personalit­à molto forte. Ma, va detto, ha anche delle doti, non solo difetti: un presidente con il cuore di Lenzini, lo stile di Gian Casoni, l’intraprend­enza di Cragnotti, la passione di Longo e lo spirito gestionale di Lotito sarebbe il presidente perfetto».

Si aspetta novità nel prossimo futuro?

«Non succederà niente. Sono le solite schermagli­e…».

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Protagonis­ti A sinistra Massimo Maestrelli, a destra il presidente Claudio Lotito

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