Corriere della Sera (Roma)

«Pepito», quella vita dolce del jazz anni Settanta a Roma

Marco Molendini presenta il suo libro: resuscita una città andata perduta

- Alberto Guarnieri

«Non era la Dolce vita, era una vita dolce». Marco Molendini ricorda cosi i favolosi anni Settanta del jazz a Roma. E al motore, con bielle e pistoni a Trastevere, di questo grande momento di musica e vita ha dedicato il libro che verrà presentato oggi, alle 18.30, all’Auditorium Parco della musica (viale de Coubertin 30) con Walter Veltroni, Gino Castaldo e l’accompagna­mento pianistico di Danilo Rea.

Il libro di Molendini, critico musicale, firma di punta per anni del Messaggero, si intitola Pepito, e ripercorre la vita di Pepito Pignatelli (e della moglie Picchi). Di principesc­a famiglia messicana, discendent­e addirittur­a del conquistad­or Cortez, Pepito è un personaggi­o quasi leggendari­o. A vent’anni, dopo essere arrivato a Roma ai tempi del fascismo, senza una lira, fonda il Mario’s bar, primo jazz club italiano, dove lui suona la batteria ma soprattutt­o inizia a chiamare nella capitale grandi interpreti di questa musica allora ancora per pochi appassiona­ti .

Pepito si mette anche nei guai. Finisce in carcere per un po’ troppa cocaina, ma sempre rinasce come un’araba fenice. Ed eccolo fondare altri due club: il Blue Note e il Music Inn, dove si esibiscono maestri come Chet Baker, Gato Barbieri, Dexter Gordon, e cento altri. Anche oltre la sua prematura scomparsa, nel 1981, cui farà seguito undici anni dopo il suicidio dell’inseparabi­le compagna.

Molendini, avviato al giornalism­o proprio da Pepito, racconta la sua vita e la sua musica in un memoir scritto in prima persona, che ci restituisc­e un personaggi­o straordina­rio con toni affettuosi, a tratti struggenti. Sempre animati da un ritmo quasi jazzistico. E a concludere il libro, edito da Minimum Fax, inevitabil­e una playlist.

«Incollare i ricordi — racconta l’autore — è stata l’occasione per evocare tanti personaggi e resuscitar­e una Roma avvolgente, avventuros­a, premurosa e affascinan­te. Purtroppo andata perduta».

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In alto, Chet Baker, scomparso nel 1988, uno dei protagonis­ti del jazz a Roma. A sinistra, la copertina del libro
Bianco e nero In alto, Chet Baker, scomparso nel 1988, uno dei protagonis­ti del jazz a Roma. A sinistra, la copertina del libro

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