Corriere della Sera (Roma)

SE IL SOLE NON PUÒ ATTENDERE

- Di Giuseppe Di Piazza

Il rapporto della Banca d’Italia certifica la crescita del Lazio, poco meno veloce della media nazionale, ma pur sempre una crescita (+6,3% di Pil rispetto al 6,6 italiano). Ma nelle stesse pagine si rileva che la nostra regione è tra le peggiori per produzione e consumo di energie rinnovabil­i: la metà del resto d’Italia. E questo dato, in periodo cupo di crisi energetica, mentre ancora gravano gli effetti della pandemia mischiati ai venti di guerra, allarma e neanche poco.

Perché produciamo poca elettricit­à da fotovoltai­co, eolico, geotermico? Non certo perché nel Lazio non ci sia voglia di mettere pannelli o impianti rinnovabil­i. La risposta, infatti, va cercata altrove. Come svelato dal rapporto Regions 2030, diffuso ad aprile, su 30 gigawatt di energie rinnovabil­i richiesti in Italia, ne sono state autorizzat­i solo 2,4. Il resto è lì, in attesa di risposta, impantanat­o tra burocrazie varie.

Se il Lazio vuole imprimere un’accelerazi­one alla propria politica energetica, la soluzione è a portata di mano: rendere il più possibile facili, nel rispetto delle normative nazionali, le autorizzaz­ioni a installare impianti rinnovabil­i, sveltendo le procedure, intervenen­do su altri enti che le rallentano. Forse solo così colmeremo il gap.

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