SE IL SOLE NON PUÒ ATTENDERE
Il rapporto della Banca d’Italia certifica la crescita del Lazio, poco meno veloce della media nazionale, ma pur sempre una crescita (+6,3% di Pil rispetto al 6,6 italiano). Ma nelle stesse pagine si rileva che la nostra regione è tra le peggiori per produzione e consumo di energie rinnovabili: la metà del resto d’Italia. E questo dato, in periodo cupo di crisi energetica, mentre ancora gravano gli effetti della pandemia mischiati ai venti di guerra, allarma e neanche poco.
Perché produciamo poca elettricità da fotovoltaico, eolico, geotermico? Non certo perché nel Lazio non ci sia voglia di mettere pannelli o impianti rinnovabili. La risposta, infatti, va cercata altrove. Come svelato dal rapporto Regions 2030, diffuso ad aprile, su 30 gigawatt di energie rinnovabili richiesti in Italia, ne sono state autorizzati solo 2,4. Il resto è lì, in attesa di risposta, impantanato tra burocrazie varie.
Se il Lazio vuole imprimere un’accelerazione alla propria politica energetica, la soluzione è a portata di mano: rendere il più possibile facili, nel rispetto delle normative nazionali, le autorizzazioni a installare impianti rinnovabili, sveltendo le procedure, intervenendo su altri enti che le rallentano. Forse solo così colmeremo il gap.