LA VEGETAZIONE SPONTANEA E LA TUTELA DELL’ARCHEOLOGIA
Caro Conti, un pezzo dell’arco delle Mura Aureliane a Porta maggiore si è staccato. Tutti gli espertoni danno la colpa all’incuria, che ha permesso alle erbacce di proliferare. Ma guarda! Ennesimo esempio di come ci riempiamo la bocca di essere il più bel Paese del Mondo, poi ce ne freghiamo. Andate a vedere l’Acquedotto Felice al Parco degli Acquedotti. Alberi cresciuti che stanno sbriciolando tutto. Ho più volte denunciato, come ho spesso riportato in questa Rubrica. Ma nulla è successo. Sono andato qualche volta con una sega corta. Ma mi è stato proibito proseguire... Suonate il Requiem.
Fabio Nardocci
Lei ha già affrontato, tempo fa, lo stesso problema sulla rubrica. La sua passione per il retaggio storico-culturale della città è un titolo di merito: ma in nessun Paese al mondo si lascia che singoli cittadini agiscano estemporaneamente: se tutti ci armassimo di sega su iniziativa personale, i danni certamente supererebbero i benefici. Il punto è che gli organi di tutela potrebbero, e dovrebbero, fare maggiore affidamento sul volontariato culturale organizzandolo con una guida scientifica e tecnica. Vedo spesso anch’io la vegetazione spontanea nel Parco degli Acquedotti e mi pongo mille angosciosi interrogativi.