VIGILI DA USARE MEGLIO
Poiché nell’affrontare le questioni serie e impegnative si deve sempre e comunque partire dal concreto, ecco che la tiriamo in porta senza tanti giri di parole: che cosa ci fanno in una qualsiasi, afosa, caotica mattina di giugno (esattamente del 16 giugno) tre ausiliarie del traffico intente a chiacchierare nel tratto finale di via Piave? Quel pezzetto di strada è – in un senso e nell’altro – destinato ai soli mezzi pubblici e ogni giorno viene presidiato in modo da punire gli eventuali trasgressori. Per carità, giusto sanzionare chi sbaglia. Certo, invece di impiegare uno, due, tre stipendiati, si potrebbero installare delle telecamere, che costano certamente meno, sono attive h 24 e non perdono tempo a chiacchierare tra loro. Ma questa è una scelta che non spetta a noi. Ci spetta la possibilità di affrontare il problema nel quale quella scelta e quell’episodio si incastonano e cioè l’utilizzo degli ausiliari del traffico e del Corpo di polizia municipale.
Premesso - a scanso di equivoci - che queste figure (fatti salvi i casi deplorevoli propri di ogni aggregazione umana in ogni parte del mondo) sono da noi comprese e stimate, sappiamo tutti che potrebbero essere utilizzate meglio. E dire che ci hanno provato in tanti – praticamente tutti i sindaci di Roma dell’era moderna e tutti i comandanti – a migliorare l’efficienza di vigili e ausiliari, generalmente percepiti come un’unica realtà.
Niente da fare. E possiamo solo immaginare cosa potrebbe uscire dalla bocca dei romani se venissero chiamati a dire la loro – in un mega sondaggio – su vigili e ausiliari. E si badi bene: non solo perché sono quelli (cattivi) che fanno le multe, ma per un atteggiamento di protervia e strafottenza evidentemente mai recuperato in un forse ormai usurato immaginario collettivo. Se a bruciapelo si pronuncia la parola «vigile», la maggior parte delle persone pensa alla macchietta di Alberto Sordi, tramandata con successo fino ad oggi non solo per la bravura dell’indimenticabile Albertone ma per l’attualità del tratteggio.
Qualcosa non va e ce ne dispiace perché una metropoli non potrà mai e poi mai rinunciare alla sua polizia municipale. Ma qualcosa va cambiato in profondità perché non è normale che, guardando quelle tre ausiliarie del traffico che chiacchierano mentre un automobilista sta per passare nella zona vietata, si finisca quasi per tifare per lui. E se un altro vigile, di turno a Caracalla durante uno dei concerti di Claudio Baglioni, risponde urtato a una signora che gli chiede se la macchina può restare dove l’ha messa «Guardi, che noi non facciamo solo multe, stasera siamo qui per difendervi dai parcheggiatori abusivi», vuol dire che non ci si sente molto amati dalla città.
Si sintetizza in «coda di paglia», si spiega con un malessere che la parte migliore del corpo vive quanto e più dei cittadini. Non abbiamo certo ricette da suggerire, ma mettiamo sul tavolo un tema perché venga affrontato e non finisca ancora una volta sotto un tappeto.