«Cuochi e camerieri introvabili Nei nostri lidi manca il personale»
«Nessuno vuole più fare il bagnino, il cuoco o il cameriere. Ad Ostia manca il personale: i giovani non sono più stimolati a lavorare». Lo denuncia Renato Papagni, presidente di Federbalneari Roma e concessionario dello stabilimento «Le Dune». Che avverte: «Quest’estate sta andando bene, ma potrebbe essere l’ultima: dobbiamo ripensare subito l’offerta turistica del litorale».
Anche sulle spiagge di Ostia, come nel resto d’Italia, quest’anno sembra esserci carenza di personale, soprattutto di bagnini. Perché?
«Pur potendo contare su personale consolidato negli anni, la difficoltà nel reperire certe figure c’è anche qui e quest’anno molto di più che in passato. Con la pandemia, le esigenze dei nostri clienti sono cambiate: offriamo paghe che rispettano i contratti collettivi di lavoro, ma quasi nessuno, oggi, vuole sporcarsi le mani».
Il turismo, però, dopo due anni di Covid, è finalmente in ripresa?
«C’è da premettere che sul litorale abbiamo risentito meno degli effetti del
Covid, perché il nostro è un turismo di prossimità. Ovviamente questa stagione sta andando meglio, ma è da ben prima della pandemia che il turismo di Ostia è in una fase depressiva: se vogliamo attirare anche gli stranieri, urge ripensare l’offerta».
In che modo?
«Dobbiamo trovare un altro modello più internazionale. Ma per farlo serve una precisa visione politica: per questo è un bene che la gestione del litorale stia finalmente tornando nelle mani del Campidoglio. Il Municipio X, da solo, non ha le risorse per riprogettare il litorale».
Il bando per le concessioni balneari nel 2024 e la candidatura a patrimonio Unesco potrebbero essere occasioni preziose?
«Certo. Noi balneari siamo i primi a voler buttar giù il “lungomuro”, ma mancano gli strumenti burocratici per farlo, in primis la variante al piano regolatore. Prima ce ne dotiamo e prima potremo presentare i nostri progetti per Ostia nel mondo».