Corriere della Sera (Roma)

Nel castello con Schiller

Il teatro itinerante di Carlo Fineschi e della sua compagnia L’Albatro che ha portato in scena la tragedia «Maria Stuart» in luoghi storici della provincia romana. Adesso sta preparando una tournée estiva

- Alberto Guarnieri © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Esplorare un castello della provincia romana, passando sugli spalti, scendendo nella prigione, attraversa­ndo le sale di rappresent­anza istoriate: il tutto assistendo ad uno spettacolo. È l’idea di Carlo Fineschi, senese, docente e regista teatrale, qualche esperienza come attore nel cinema, molti lavori all’estero, lunghe tournée in tutta Italia con la sua compagnia L’Albatro, portando in teatro il libro di Gianrico Carofiglio Ad occhi chiusi e il film Garage Olimpo di Marco Bechis

Il suo ultimo spettacolo, Maria Stuart, dal testo di Schiller, ha chiuso la tournée primaveril­e al castello Brancaccio di San Gregorio di Sassola. Una località tenuta segreta agli spettatori fino all’ultimo. Eppure, tutto esaurito.

Fineschi, come definire il suo teatro in movimento

dentro diversi luoghi?

«È un teatro itinerante, creato per far immergere lo spettatore nella scena, farlo non coprotagon­ista ma partecipe».

Come lo realizza?

«Voglio coinvolger­e le persone. In Garage Olimpo gli spettatori vivevano il senso di deprivazio­ne dopo essere stati portati via dalle proprie case; in Ad occhi chiusi, col permesso dell’autore, ho portato in scene diverse, con diversi spettatori, trasferiti anche in auto con gli attori, le tre verità della storia, fino a un ricongiung­imento finale».

In «Maria Stuart» due silenziose guardie guidano gli spettatori.

«Le tre date laziali di questo spettacolo sono state una bellissima esperienza. Siamo stati in scena oltre due ore e il pubblico ha seguito con passione. Superando difficoltà impreviste: mentre la scena era sugli spalti, tutti all’aperto, eravamo disturbati dal tifo di una partita di calcio che si giocava a poche centinaia di metri».

La scelta di lasciare segreta fino all’ultimo una data cosa è: un vezzo?

«È un gioco, come voglio che sia tutto il teatro. E poi, dopo la pandemia, tutti desideriam­o muoverci, andare alla scoperta di cose e luoghi che abbiamo perso per tanto tempo. Proviamo a far rivivere dimore storiche, oggi usate magari solo per matrimoni. Molti nostri spettatori organizzan­o un week end intero di viaggio nei luoghi che scegliamo. Lo spettacolo è una parte del loro tour».

Problemi nello scegliere i luoghi? Difficoltà burocratic­he con gli enti locali?

«Fortunatam­ente no. Andiamo sia in posti pubblici che privati. Sempre con relativa facilità. Il problema semmai è che dobbiamo rimettere a posto tutto. A San Gregorio stavano organizzan­do appunto un matrimonio. Abbiamo tolto gli apparecchi­amenti e poi li abbiamo rimessi la stessa sera dello spettacolo».

Prossime tappe, sempre romane?

«Sì, anche se dobbiamo ancora quagliare con qualche finanziame­nto. A venti euro a biglietto, con al massimo una trentina di spettatori non si paga nemmeno la compagnia. Con Imaie e altri bandi fino ad ora ce la siamo cavata. Lavoriamo per andare in scena in estate a Riano, Sant’Angelo e Morlupo».

Qualcosa sulla compagnia?

«L’Albatro è con me da anni. Attori bravi e disponibil­i, anche a rinunciare all’applauso finale, che con le mie scene non è possibile: Sara Allegrucci, Matteo Bolognese, Chiara Della Rossa, Davide Bardi, e tanti altri».

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 ?? ?? Spettacolo Una scena di «Maria Stuart» del poeta e filosofo tedesco Friedrich Schiller con gli attori della compagnia L’Albatro
Spettacolo Una scena di «Maria Stuart» del poeta e filosofo tedesco Friedrich Schiller con gli attori della compagnia L’Albatro
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In movimento Il regista Carlo Fineschi e il Castello Brancaccio dove si è conclusa la tournée primaveril­e di «Maria Stuart»

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