Corriere della Sera (Roma)

San Pietro, auto impazzita tra la gente: spari per fermarla

Albanese sfonda le transenne: arrestato dopo un inseguimen­to

- R.Fr.

Al volante di un’auto sfonda le transenne su via della Conciliazi­one, tenta di investire un carabinier­e e non si ferma nemmeno quando gli sparano alle gomme. Un albanese di 39 anni è stato fermato dalla polizia e dai carabinier­i ieri mattina a San Pietro, poco prima dell’Angelus di papa Francesco. L’uomo, in stato confusiona­le, è stato fermato per resistenza a pubblico ufficiale.

Ironia del destino, o forse no, sulla sua pagina Facebook c’è un’immagine di San Michele Arcangelo, protettore dei poliziotti. E sono stati proprio loro ieri mattina a strapparlo dall’abitacolo della Bmw grigia per mezz’ora prima dell’Angelus di papa Francesco ha seminato il panico in via della Conciliazi­one e attorno al colonnato di piazza San Pietro, dove un carabinier­e ha sparato alle gomme dell’auto impazzita, che rischiava di travolgere lui e anche alcuni turisti terrorizza­ti, in piazza del Sant’Uffizio.

Al volante c’era un albanese di 39 anni, Erjol Nako, con precedenti di polizia per droga, lesioni e maltrattam­enti in famiglia. Per colpa sua poco prima di mezzogiorn­o in tutta l’area del Vaticano è scattato l’allarme anti-terrorismo: la Bmw infatti correva da una parte all’altra, anche nella corsia laterale di via della Conciliazi­one, fuori controllo, senza fermarsi nonostante l’intervento dei carabinier­i e poi anche della polizia. A un certo punto Nako, in stato confusiona­le, sotto effetto di stupefacen­ti, ha lanciato dall’auto il suo telefonino e anche il portafogli­o con i documenti, non si esclude nel goffo e inutile tentativo di non essere identifica­to. Cosa lo abbia spinto a correre verso il Vaticano è tuttora un mistero. Sempre sui social non mancano riferiment­i a preghiere e musiche sacre, nonché anche a Roma, ma al momento non ci sono elementi per poter dire che volesse compiere qualche atto sconsidera­to. Non ci sono collegamen­ti con ambienti estremisti nel suo passato e ieri, dopo essere stato visitato a lungo all’ospedale Santo Spirito, è stato fermato per resistenza a pubblico ufficiale. A bloccarlo alla fine sono stati gli agenti delle volanti e del reparto Uopi che hanno messo di traverso le loro auto su via Gregorio VII per impedire a Nako di fuggire ancora, dopo aver forzato tre posti di blocco. I primi due dei carabinier­i, a corso Vittorio Emanuele e poi proprio davanti al colonnato dove una «gazzella» è stata speronata e scaraventa­ta contro un blindato dell’Arma.

L’albanese aveva finto di fermarsi, i carabinier­i avevano circondato la Bmw ma poi il 39enne aveva innestato all’improvviso la marcia per scappare di nuovo rischiando di travolgere un militare che, a quel punto, ha aperto il fuoco. Con due pneumatici a terra, colpiti dai proiettili, il fuggiasco ha quindi fatto a sportellat­e con una volante a Porta Cavallegge­ri, prima di fermarsi davanti all’ultimo blocco stradale. Lì si è barricato nella vettura, ma temendo potesse davvero trattarsi di un kamikaze, gli agenti non hanno perso tempo, hanno sfondato tutti i finestrini e lo hanno tirato fuori di forza, utilizzand­o poi il taser per immobilizz­arlo e renderlo inoffensiv­o. A bordo dell’auto, sequestrat­a e analizzata dalla polizia scientific­a e dai carabinier­i, non sarebbero state trovate armi oppure oggetti d’offesa. Nako è stato dapprima condotto negli uffici del commissari­ato Borgo e quindi in ospedale. Anche due poliziotti, rimasti contusi nel corso di uno degli speronamen­ti, sono stati medicati e poi dimessi. A loro i compliment­i del segretario del Coisp Domenico Pianese, per il quale «il sistema di sicurezza della Capitale, nonostante l’organico ridotto, ha dimostrato di saper reggere», e del segretario generale Consap Cesario Bortone che sollecita per gli agenti «dotazioni passive come i giubbotti sottocamic­ia».

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I rilevi a San Pietro (Barsoum/LaPresse)
 ?? (Barsoum/Lapr esse) ?? Una delle «gazzelle» dei carabinier­i coinvolte nell’inseguimen­to. A terra un segnale che indica il bossolo di un proiettile
(Barsoum/Lapr esse) Una delle «gazzelle» dei carabinier­i coinvolte nell’inseguimen­to. A terra un segnale che indica il bossolo di un proiettile

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