Bracciano: vietato lavare l’auto, innaffiare e riempire le piscine
Ordinanza del sindaco: rubinetti aperti solo per uso potabile e per l’igiene
attesa della proclamazione dello stato di calamità naturale per la siccità nel Lazio, gli occhi sono puntati sul lago di Bracciano. Dopo la gravissima crisi idrica del 2017 i comuni lacustri - Bracciano, Trevignano Romano e Anguillara Sabazia – ora stanno correndo ai ripari in anticipo. I sindaci stanno emettendo in queste ore ordinanze sindacali per contenere i consumi fino al prossimo 30 settembre. L’obiettivo è non dover ricorrere ai razionamenti e garantire l’approvvigionamento, seppur con una pressione controllata, sia ai residenti sia ai turisti.
A far da apripista il sindaco di Bracciano, Marco Crocicchi, che - con l’atto firmato ieri - ha ordinato che si «limiti l’utilizzo della risorsa idrica unicamente a scopi potabili e a fini igienico sanitari». È vietato quindi l’uso dell’acqua pubblica, ad esempio, per l’irrigazione di orti e giardini, per il riempimento di piscine, per il lavaggio di veicoli o di pavimentazioni esterne. Dall’ordinanza sono esclusi i prelievi pubblici destinati all’igiene urbana e quelli degli esercizi commerciali per cui l’acqua è indispensabile allo svolgimento dell’attività.
«Lo scenario attuale non prevede la necessità di un razionamento o di un approvvigionamento a turnazione», spiega Crocicchi. «Stiamo già lavorando con Acea Ato2 sulla gestione della pressione. Per ora procediamo così, poi se la situazione dovesse cambiare faremo altre valutazioni», aggiunge. La condizione generale del lago, tuttavia, resta preoccupante. Secondo Loreto Rossi, docente di Ecologia all’università La Sapienza e consulente scientifico del Comitato difesa lago di Bracciano, «non è stato affatto recuperato il danno della crisi del 2017». Il sindaco conferma: «Siamo rimasti scottati da quanto è accaduto nel 2017, ora le condizioni del lago sono meno gravi, però c’è comunque un arretramento dell’acqua di mezzo centimetro al giorno, scontiamo l’assenza delle piogge, come tutto il Paese del resto».
Sul territorio un gruppo di lavoro - che riunisce l’ente parco regionale competente, Acea Ato 2 e i comuni di Bracciano, Trevignano Romano e Anguillara Sabazia - monitora costantemente l’andamento idrometrico, la flora e la fauna del lago. Però ad aggravare la situazione ci si mette anche la dispersione della rete idrica. «I tubi in alcuni tratti sono vetusti e in condizioni disastrose, Acea Ato2 sta intervenendo ma si tratta di un lavoro che richiede comunque tempi molto lunghi», chiarisce Crocicchi. Una soluzione, secondo il comitato, sarebbe «collocare un depuratore, e una vasca di decantazione, per pulire le acque che vengono captate e anziché disperderle in mare, re-immetterle nel lago», osserva il professor Rossi.
Luisa Monforte