Prima delle Terme: una Domus dipinta e piena di segreti
Gli affreschi mai visti esposti in mostra a Caracalla
«Questa Domus è un insegnamento per noi contemporanei da diversi punti di vista. Prima di tutto ricorda che Roma va letta come una costante e meravigliosa stratificazione di tempi e di stili, esattamente come si può vedere e capire nel museo della Crypta Balbi. Poi testimonia come quella civiltà fosse multietnica, multireligiosa, quindi in una continua compenetrazione tra fedi e provenienze geografiche. Si potevano liberamente adorare più divinità, diverse tra loro…». Daniela Porro, Soprintendente Speciale di Roma, introduce così la piccola ma molto significativa mostra Prima delle Terme. La Domus dove gli Dei vivevano insieme, nel cuore delle Terme di Caracalla. Si tratta del nuovo allestimento degli affreschi staccati negli anni 70 del secolo scorso per metterli in sicurezza, e appartenenti a una lussuosa Domus di età tardo-adrianea che venne distrutta nel 206 dopo Cristo (con tutto il quartiere vicino a Porta Capena) per fare spazio al poderoso complesso delle Terme di Caracalla.
Ciò che restava dell’edificio venne scoperto durante gli scavi condotti nel lato sudest del complesso termale tra il 1858 e il 1869 dall’ispettore onorario dei Monumenti antichi Giovan Battista Guidi in una vigna di sua proprietà (infatti si parla della «Domus di Vigna Guidi»). Nonostante tutte le spoliazioni subite nei secoli, la costruzione manteneva ancora una parte dell’apparato decorativo, in affresco e a mosaico. Poi tutto venne ricoperto. E quindi di nuovo scavato intorno al 1970.
Ed eccoci a questa mostra 2022. Approdiamo ora a una straordinaria caratteristica. Nell’ambiente affrescato e ricollocato (ottimamente illuminato) appaiono due decorazioni sovrapposte. Nella prima, le prospettive architettoniche tipiche dell’età adrianea (figure umane, felini, statue). Nell’altra appare una sorta di Pantheon multireligioso: Giove, Giunone e Minerva (tradizionali divinità greco-romane) insieme con gli Dei egizi Anubi, Iside e forse Serapide. «È il segno di quel sincretismo religioso tipico dell’antica Roma fin dalla sua fondazione» sottolinea Mirella Serlorenzi, archeologa e direttrice delle Terme di Caracalla. Dunque coabitazione e tolleranza. L’impianto e il tipo di decorazione indicano l’appartenenza dei proprietari a una classe sociale molto agiata: le pareti erano scandite da riquadri affrescati con figure umane, oggetti, scene di paesaggi. Grazie proprio agli scavi degli anni 70 del Novecento e alle indagini durate allora cinque anni, si è potuto stabilire che la Domus si sviluppava almeno su due piani, dunque una residenza di notevole prestigio, e che aveva subito ristrutturazioni e ampliamenti, perfino (diremmo oggi) cambiamenti di destinazione d’uso. Siamo in un magnifico viaggio nel tempo. Aggiunge Mirella Serlorenzi: «L’allestimento è di grande interesse anche perché si mostrano, uno accanto all’altro, un piccolo ambiente domestico di età tardo-adrianea e il macrocosmo di un monumentale impianto termale. Tutto questo fa parte della nostra politica che affianca la necessaria, attentissima manutenzione quotidiana del monumento a nuove proposte che attirino il pubblico dopo la crisi della pandemia».
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Il luogo Testimonianza di una continua compenetrazione tra fedi e provenienze geografiche diverse
per la Pontificia Commissione di archeologia sacra. Ieri il suo presidente, cardinale Gianfranco Ravasi, ha inaugurato la riapertura della basilichetta dei santi Felice e Adautto nel Parco di Commodilla in largo Giovannipoli alla Garbatella. Un’attenta campagna di restauro, anche col ricorso al laser, ha restituito leggibilità agli affreschi. Nel dipinto murale, accanto al Cristo seduto sul globo e circondato dai santi Pietro, Paolo, Stefano, Felice e Adautto, compare l’unica immagine ancora leggibile nella sua interezza della martire Merita, anche lei venerata nel complesso cimiteriale, e il rivestimento dell’abside di fondo, che è tornata a mostrare, grazie al restauro eseguito con tecnologia laser, elementi decorativi prima non visibili.