Una ventenne a Termini denuncia: «Io violentata»
«Toccata da un uomo». Bloccato, ma il fermo non è convalidato
Palpeggia una ventenne a mezzogiorno in un parcheggio all’uscita della stazione Termini, davanti ai taxi. A molestare la ragazza sarebbe stato un uomo, Danello Delica, 40 anni, polacco, arrestato con l’accusa di violenza sessuale. L’aggressione sarebbe avvenuta giovedì mattina pochi minuti dopo aver incrociato la giovane italiana. Tuttavia, per il momento, l’inchiesta si basa sulla contrapposizione tra le accuse della ragazza e la difesa dello straniero, senza fissa dimora, arrivato due mesi fa in Italia. La settima sezione collegiale, infatti, non ha convalidato il fermo nei confronti di Delica. Secondo i giudici, a suffragare il provvedimento ci sono per il momento soltanto le affermazioni della ventenne.
La versione di lui
Palpeggia una ventenne a mezzogiorno in un parcheggio all’uscita della stazione Termini. A molestare la ragazza sarebbe stato Danello Delica, 40 anni, polacco, arrestato con l’accusa di violenza sessuale giovedì mattina pochi minuti dopo aver incrociato la giovane, italiana. Tuttavia, per il momento, l’inchiesta si basa sulla contrapposizione tra le accuse della giovane e la difesa dell’uomo, senza fissa dimora, arrivato due mesi fa in Italia. La settima sezione collegiale, infatti, non ha convalidato il fermo nei confronti di Delica. Secondo i giudici, a suffragare il provvedimento ci sono per il momento solo le affermazioni della ventenne. Infatti, mancano, secondo il collegio, altri testimoni che confermino gli abusi. L’imputato, incensurato, è pertanto tornato libero.
Il pm, che aveva chiesto la custodia in carcere, dovrà svolgere accertamenti, prima di procedere alla richiesta di
Il sospettato, un polacco di 40 anni: è stata lei a propormi di passare ore insieme ma ero troppo stanco
rinvio a giudizio. Ora un passo indietro. È da poco mezzogiorno quando una ragazza esce dalla stazione Termini per andare verso i taxi parcheggiati all’ingresso principale. La giovane cammina da sola. È comunque in pieno giorno e accanto a lei, però, ci sono decine di persone, seppure a qualche metro di distanza. D’un tratto le si avvicina un uomo, da lei mai visto prima. Ha le braccia coperte di tatuaggi. Indossa una maglietta unta, a maniche corte. È alto poco più di un metro e ottanta. Parla anche bene l’italiano, nonostante il chiaro accento straniero. Lui le dice qualcosa. I due sono molto vicini. Poi se ne va. Questo è l’istante in cui la vicenda è raccontata dai protagonisti in deposizioni tra loro inconciliabili. La giovane – nel racconto ritenuto credibile dal pm Luigi Fede - urla, scioccata dal fatto che lo sconosciuto l’abbia molestata, toccandole le parti intime. Agita le mani, è visibilmente alterata. Degli addetti alle pulizie chiamano i carabinieri che intervengono subito. L’uomo si è ormai allontanato, comunque non di molto, e così le manette scattano con la formula della «quasi flagranza» di reato. Arrivati in aula, la procura chiede la permanenza in carcere. Opposta la ricostruzione di Delica, un muratore che vive di lavori saltuari, che decide di rispondere alle domande dei giudici. Padroneggia l’italiano, nonostante sia da poche settimane in città e così non ha bisogno dell’interprete per spiegare, secondo lui, che cosa sarebbe successo. Lo straniero sostiene che è stata la ragazza a proporgli di passare qualche ora insieme. Delica – difesa dall’avvocato Filomena Chiummiento - aggiunge che il suo rifiuto sarebbe stato dovuto alla stanchezza fisica accumulata nei giorni precedenti. Dopo aver quindi rifiutato l’«offerta», sarebbe andato via alla ricerca di un lavoro. Ma poco dopo viene bloccato dai carabinieri per ragioni, sostiene, a lui sconosciute. Ora saranno le indagini a chiarire quale sia la verità.