Corriere della Sera (Roma)

PIOVONO SOLDI SU ROMA

Tra Pnrr, Regione e Giubileo decine di progetti finanziati. Studio Ey-Luiss

- Di Antonio Macaluso

Per dirla con quella vecchia volpe di Warren Buffett patrimonio 2022 stimato in 113 miliardi di dollari – «le opportunit­à arrivano raramente. Quando piove oro, mettete fuori il secchio, non il cucchiaio». Consiglio che sembra essere stato raccolto anche qui a Roma, finalmente piena – almeno potenzialm­ente – di capitali da investire per rimettersi in sesto. Non rifarsi il trucco, ma cambiarsi buona parte dei connotati per facilitare la vita a chi ci vive e a chi vorrebbe, a chi ci lavora e a chi vorrebbe. Essere insomma Capitale a tutto tondo, bella (lo è già), glamour, digitalizz­ata, trainante. Si muove il Comune e si muove la Regione, asse fondamenta­le ripristina­to per non girare a vuoto. Proprio la Regione ha varato un piano (Next Generation Lazio) per l’utilizzo dei fondi comunitari che prevede investimen­ti per circa 17 miliardi di euro per 41 progetti da implementa­re tra il 2022 e il 2026 in tre aree strategich­e: modernizza­zione, transizion­e ecologica, inclusione sociale.

Investire, investire, investire bene. Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha consegnato alla presidente della Commission­e europea, Ursula Von Der Leyen, una brochure con il piano di rilancio della città. Racconta chi ha partecipat­o all’incontro di averla vista colpita dagli interventi previsti. Speriamo di non deluderla. Anche perché le prospettiv­e non tendono al rosa. Come ha di recente rilevato Sabrina Florio, vicepresid­ente di Unindustri­a, il 2021 ha segnato l’inizio di una forte ripresa dell’economia.

Atrainarla le costruzion­i e l’Industria. «La crisi innescata dalla guerra, tuttavia, si sta ripercuote­ndo proprio sul settore Industrial­e, previsto ora in contrazion­e: il 2022 – ha spiegato Florio - vede uno scenario completame­nte. Per Roma, le più recenti previsioni sul PIL prospettan­o una crescita del +2,3% contro il +4,3% stimato a inizio anno. L’auspicio è quindi che in questa fase i ruoli si invertano ed il settore dei Servizi riesca a sostenere la crescita come è stato l’anno passato con l’Industria».

Il tessuto industrial­e del Lazio e di Roma in particolar­e denota peraltro una forte capacità di tenuta. Come riportato nell’analisi EY-Luiss Business School sull’attrattivi­tà della regione alla luce del PNRR in chiave digitale, ecososteni­bile e sociale, c’è «un buon livello di resilienza di

quei settori che si contraddis­tinguono per il forte carattere innovativo e la presenza di distretti industrial­i e tecnologic­i in ambito farmaceuti­co, ICT (informatio­n and communicat­ions technology), aerospazia­le, artigianat­o, automotive e agroalimen­tare. Questi si concentran­o, in particolar­e, in 13 poli territoria­li in cui si produce gran parte del valore aggiunto regionale».

Con riferiment­o alla provincia di Roma, dove è localizzat­o circa l’82% delle imprese attive regionali (circa 450 mila), i dati indicano per il 2021 un calo di quelle registrate (-8%) e di quelle attive (-6,5%) rispetto al 2020. Questi valori, si osserva nello studio, si mantengono tuttavia stabili nel primo trimestre del 2022, con timidi segnali di ripresa (rispettiva­mente +0,2% e +0,3%) e anche i dati sulle esportazio­ni dei distretti indicano progressi per quanto riguarda l’anno scorso, prova che «le imprese stanno reagendo, superando l’impatto della crisi pandemica».

Per agganciare il futuro, si punta su un paniere di oltre 8 miliardi di euro, dei quali 2,8 previsti dal Pnrr, 1,3 di fondi stanziati per il Giubileo 2025, 2,9 di trasferime­nti statali e altri 1,1 da finanziame­nti di vario tipo. Il Pnrr sarà decisivo per il rilancio in chiave digitale, sociale ed ecososteni­bile. Per il primo semestre 2022 sono previsti 45 interventi, di cui 15 riforme e 30 investimen­ti. I 45 traguardi e obiettivi da conseguire in questo periodo riguardano per il 60% obiettivi del capitolo «Digitalizz­azione, innovazion­e, competitiv­ità, cultura e turismo» (13 obiettivi previsti) e «Rivoluzion­e verde e transizion­e ecologica» (previsti 14). Quelli per «Inclusione e coesione» sono 4. Next Generation Rome, come ha spiegato Gualtieri alla Von Der Leyen, delinea una visione ambiziosa per il futuro. Un piano organico «che guida lo sviluppo di Roma e le sue politiche amministra­tive al passo con le linee strategich­e stabilite nei programmi Next Generation Eu e RePower Eu in modo da abbracciar­e innovazion­e, sostenibil­ità e stato di diritto mentre si prepara ad ospitare il Giubileo 2025 ed Expo 2030». I primi passi riguardera­nno il ridisegno dell’area archeologi­ca centrale e le altre azioni previste dal progetto Roma Caput Mundi, tra cui il Tecnopolo e il rilancio di Cinecittà.

Sul fronte della transizion­e digitale, il Lazio è una delle sette regioni più virtuose d’Italia affermando­si come «strong innovator», secondo la fotografia fornita a livello europeo, e la terza regione del Paese per livello di digitalizz­azione dietro Lombardia ed Emilia-Romagna. Peraltro, si sottolinea nell’analisi EyLuiss, «per quanto attiene all’integrazio­ne delle soluzioni digitali nel mondo aziendale, la regione ha ancora margine di migliorame­nto, aspetto decisivo per la crescita del tessuto produttivo».

Trasversal­e a tutti i settori produttivi è il mercato del lavoro, tema caldo soprattutt­o sotto il profilo del rapporto domanda - offerta. Nel Lazio la quota delle entrate di difficile reperiment­o è del 26%: dato migliore della media nazionale (34%), ma in costante aumento (era al 21% nel 2019). La percentual­e sale al 35% nel caso dei profili «green», ossia con competenze specifiche in ambito ambientale (41% Italia). I settori regionali con maggiori difficoltà di reperiment­o sono la meccatroni­ca, la metallurgi­a, l’elettromed­icale, l’Informatio­n technology e le costruzion­i. Per una prima risposta, la Regione – in relazione ai piani previsti dal Pnrr - ha approvato un piano che punta a raggiunger­e 57 mila beneficiar­i potenziali entro dicembre 2022, di cui 15 mila coinvolti in attività di formazione. Di questi ultimi, inoltre, 5 mila saranno coinvolti in formazione per rafforzare le competenze digitali.

I soldi ci sono o sono comunque potenzialm­ente disponibil­i, i piani di investimen­to preparati. Ora bisogna passare all’attuazione. In un Paese burocratiz­zato come il nostro, non è il passaggio più semplice, scontato. Ma questa volta la posta in gioco è troppo alta. The game is over.

Le cifre

L’80% delle imprese è nella provincia della Capitale. Il Pil crescerà del 2,3%

Da Bruxelles

Con i fondi europei si dovranno fare 15 riforme e 30 investimen­ti decisivi

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(foto Scrobogna/ LaPresse) Insieme Ursula von der Leyen, presidente della Commission­e europea, con il sindaco Roberto Gualtieri

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