PIOVONO SOLDI SU ROMA
Tra Pnrr, Regione e Giubileo decine di progetti finanziati. Studio Ey-Luiss
Per dirla con quella vecchia volpe di Warren Buffett patrimonio 2022 stimato in 113 miliardi di dollari – «le opportunità arrivano raramente. Quando piove oro, mettete fuori il secchio, non il cucchiaio». Consiglio che sembra essere stato raccolto anche qui a Roma, finalmente piena – almeno potenzialmente – di capitali da investire per rimettersi in sesto. Non rifarsi il trucco, ma cambiarsi buona parte dei connotati per facilitare la vita a chi ci vive e a chi vorrebbe, a chi ci lavora e a chi vorrebbe. Essere insomma Capitale a tutto tondo, bella (lo è già), glamour, digitalizzata, trainante. Si muove il Comune e si muove la Regione, asse fondamentale ripristinato per non girare a vuoto. Proprio la Regione ha varato un piano (Next Generation Lazio) per l’utilizzo dei fondi comunitari che prevede investimenti per circa 17 miliardi di euro per 41 progetti da implementare tra il 2022 e il 2026 in tre aree strategiche: modernizzazione, transizione ecologica, inclusione sociale.
Investire, investire, investire bene. Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha consegnato alla presidente della Commissione europea, Ursula Von Der Leyen, una brochure con il piano di rilancio della città. Racconta chi ha partecipato all’incontro di averla vista colpita dagli interventi previsti. Speriamo di non deluderla. Anche perché le prospettive non tendono al rosa. Come ha di recente rilevato Sabrina Florio, vicepresidente di Unindustria, il 2021 ha segnato l’inizio di una forte ripresa dell’economia.
Atrainarla le costruzioni e l’Industria. «La crisi innescata dalla guerra, tuttavia, si sta ripercuotendo proprio sul settore Industriale, previsto ora in contrazione: il 2022 – ha spiegato Florio - vede uno scenario completamente. Per Roma, le più recenti previsioni sul PIL prospettano una crescita del +2,3% contro il +4,3% stimato a inizio anno. L’auspicio è quindi che in questa fase i ruoli si invertano ed il settore dei Servizi riesca a sostenere la crescita come è stato l’anno passato con l’Industria».
Il tessuto industriale del Lazio e di Roma in particolare denota peraltro una forte capacità di tenuta. Come riportato nell’analisi EY-Luiss Business School sull’attrattività della regione alla luce del PNRR in chiave digitale, ecosostenibile e sociale, c’è «un buon livello di resilienza di
quei settori che si contraddistinguono per il forte carattere innovativo e la presenza di distretti industriali e tecnologici in ambito farmaceutico, ICT (information and communications technology), aerospaziale, artigianato, automotive e agroalimentare. Questi si concentrano, in particolare, in 13 poli territoriali in cui si produce gran parte del valore aggiunto regionale».
Con riferimento alla provincia di Roma, dove è localizzato circa l’82% delle imprese attive regionali (circa 450 mila), i dati indicano per il 2021 un calo di quelle registrate (-8%) e di quelle attive (-6,5%) rispetto al 2020. Questi valori, si osserva nello studio, si mantengono tuttavia stabili nel primo trimestre del 2022, con timidi segnali di ripresa (rispettivamente +0,2% e +0,3%) e anche i dati sulle esportazioni dei distretti indicano progressi per quanto riguarda l’anno scorso, prova che «le imprese stanno reagendo, superando l’impatto della crisi pandemica».
Per agganciare il futuro, si punta su un paniere di oltre 8 miliardi di euro, dei quali 2,8 previsti dal Pnrr, 1,3 di fondi stanziati per il Giubileo 2025, 2,9 di trasferimenti statali e altri 1,1 da finanziamenti di vario tipo. Il Pnrr sarà decisivo per il rilancio in chiave digitale, sociale ed ecosostenibile. Per il primo semestre 2022 sono previsti 45 interventi, di cui 15 riforme e 30 investimenti. I 45 traguardi e obiettivi da conseguire in questo periodo riguardano per il 60% obiettivi del capitolo «Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo» (13 obiettivi previsti) e «Rivoluzione verde e transizione ecologica» (previsti 14). Quelli per «Inclusione e coesione» sono 4. Next Generation Rome, come ha spiegato Gualtieri alla Von Der Leyen, delinea una visione ambiziosa per il futuro. Un piano organico «che guida lo sviluppo di Roma e le sue politiche amministrative al passo con le linee strategiche stabilite nei programmi Next Generation Eu e RePower Eu in modo da abbracciare innovazione, sostenibilità e stato di diritto mentre si prepara ad ospitare il Giubileo 2025 ed Expo 2030». I primi passi riguarderanno il ridisegno dell’area archeologica centrale e le altre azioni previste dal progetto Roma Caput Mundi, tra cui il Tecnopolo e il rilancio di Cinecittà.
Sul fronte della transizione digitale, il Lazio è una delle sette regioni più virtuose d’Italia affermandosi come «strong innovator», secondo la fotografia fornita a livello europeo, e la terza regione del Paese per livello di digitalizzazione dietro Lombardia ed Emilia-Romagna. Peraltro, si sottolinea nell’analisi EyLuiss, «per quanto attiene all’integrazione delle soluzioni digitali nel mondo aziendale, la regione ha ancora margine di miglioramento, aspetto decisivo per la crescita del tessuto produttivo».
Trasversale a tutti i settori produttivi è il mercato del lavoro, tema caldo soprattutto sotto il profilo del rapporto domanda - offerta. Nel Lazio la quota delle entrate di difficile reperimento è del 26%: dato migliore della media nazionale (34%), ma in costante aumento (era al 21% nel 2019). La percentuale sale al 35% nel caso dei profili «green», ossia con competenze specifiche in ambito ambientale (41% Italia). I settori regionali con maggiori difficoltà di reperimento sono la meccatronica, la metallurgia, l’elettromedicale, l’Information technology e le costruzioni. Per una prima risposta, la Regione – in relazione ai piani previsti dal Pnrr - ha approvato un piano che punta a raggiungere 57 mila beneficiari potenziali entro dicembre 2022, di cui 15 mila coinvolti in attività di formazione. Di questi ultimi, inoltre, 5 mila saranno coinvolti in formazione per rafforzare le competenze digitali.
I soldi ci sono o sono comunque potenzialmente disponibili, i piani di investimento preparati. Ora bisogna passare all’attuazione. In un Paese burocratizzato come il nostro, non è il passaggio più semplice, scontato. Ma questa volta la posta in gioco è troppo alta. The game is over.
Le cifre
L’80% delle imprese è nella provincia della Capitale. Il Pil crescerà del 2,3%
Da Bruxelles
Con i fondi europei si dovranno fare 15 riforme e 30 investimenti decisivi