Operaio morto, datore di lavoro interdetto
Il Tribunale sospende per sei mesi un manager della Smae, la società che si occupava degli ascensori
Le manovre di Fabio Palotti nel vano dell’ascensore alla Farnesina furono approssimative perché inesistente era stata la sua formazione professionale. Vi sono precise re- sponsabilità in capo ai dirigenti dell’impresa per la qua- le lavorava, la «Smae». Ieri il Tribunale ha disposto una interdittiva per il manager Carlo Anzellini che non aveva predisposto la formazione professionale dei suoi operai. La magistratura ipotizza al momento il reato di omicidio colposo. Palotti, morto ad aprile a 39 anni, era rientrato nel vano dell’ascensore dopo l’intervento di manutenzione per recuperare il cellulare che aveva dimenticato: tutto senza disattivare l’impianto.
Inesperto, non sfortunato. A 39 anni Fabio Palotti faceva il lavoro che gli chiedevano di fare i suoi superiori, incuranti della sua formazione professionale. A due mesi dalla sua morte, nel vano di un ascensore al ministero degli Esteri, il Tribunale dispone un’interdittiva di sei mesi dalla professione al suo datore di lavoro, Carlo Anzellini, il manager della «Smae» che aveva in subappalto i lavori di manutenzione e ripristino degli ascensori.
È un primo passo, quello compiuto dal procuratore aggiunto Giovanni Conzo e dal suo sostituto Antonino Di Maio, nell’accertamento della verità. Un passo che sfata la narrazione corrente, secondo la quale l’operaio avrebbe avuto contro il destino, nient’altro. Il fato c’entra poco invece. Le manovre di Palotti in quel vano dell’ascensore furono approssimative perché inesistente era stata la sua formazione professionale. Vi sono, allora, precise responsabilità in capo ai dirigenti dell’impresa per la quale lavorava. Un’impresa che molto fatturava (aveva da anni in subappalto la manutenzione di impianti pubblici e privati) ma poco investiva in formazione professionale. La magistratura ipotizza al momento il reato di omicidio colposo.
Benché il certificato di idoneità sanitaria di Palotti fosse scaduto il 10 febbraio 2020 il giovane non era stato sottoposto a verifiche sanitarie che certificassero la sua idoneità. E malgrado l’azienda operasse in un settore delicato, la procedura seguita era lacunosa al punto da escludere il documento di valutazione dei rischi connesso all’attività lavorativa. Nè era stato predisposto un piano operativo di sicurezza relativo al cantiere della Farnesina.
Il 29 aprile scorso Palotti è sul tetto a cercare di riparare uno degli ascensori della Farnesina: secondo le ricostruzioni investigative avrebbe azionato inizialmente la leva per bloccare l’impianto ma appena finita la manutenzione la sblocca nuovamente. Solo a quel punto si accorge di aver scordato il cellulare sul tetto dell’impianto e torna indietro per recuperarlo. Ma l’impianto, nuovamente tornato in funzione, viene chiamato da qualcuno e il giovane operaio della «Smae» finisce schiacciato. La Asl di Roma 1 aveva sospeso, nelle settimane scorse, l’impresa dalle attività di manutenzione per gli impianti della Farnesina. Complici alcune carenze nei documenti che dovevano attestare i corsi di formazione professionale dell’azienda. L’interdittiva è stata notificata dai carabinieri della stazione di Ponte Milvio.
L’accusa
Fabio Palotti non ha avuto la prevista formazione professionale