Il Pd ora punta a un campo «più» largo
Al contrario che nel resto dell’Italia, nel Lazio il partito non ha sfondato Calenda pone condizioni. Lega soddisfatta. Giro (Fi): Caporetto dem
I risultati del secondo turno delle amministrative aprono una riflessione a tutto campo non soltanto all’interno dei partiti, ma anche di fronte all’astensionismo (affluenza in calo di 13 punti) che attenti conoscitori delle vicende politiche locali leggono come il segnale di «una regione stanca e demotivata». Al ballottaggio il Pd, al contrario dei successi ottenuti in altri Comuni italiani - tra cui Verona con la vittoria di Damiano Tommasi - non sfonda nel Lazio conquistando due centri su sette, Cerveteri e Ciampino. Il segretario regionale, Bruno Astorre, ritiene però che nelle città con più di 15 mila abitanti i dem siano andati bene: «Cinque anni fa eravamo dodici a zero rispetto al centrodestra e al M5S, ora governiamo in cinque comuni». Se non fosse che nei tre capoluoghi al voto hanno prevalso gli avversari: «A Rieti si vince solo se il centrodestra è spaccato, a Viterbo quando un civico va al ballottaggio con l’una o l’altra coalizione stravince... A Frosinone è mancata la costruzione del campo largo, Azione e i socialisti erano fuori...». A Sabaudia il partito di Carlo Calenda, che ha raccolto quasi il 5 per cento, ha sostenuto il candidato di centrodestra, Alberto Mosca, elemento che andrà soppesato: «Per le regionali deve essere costruito uno schieramento larghissimo sul modello Zingaretti - sottolinea Astorre - e ci auguriamo che Calenda ne faccia parte... Sta partecipando a tutti i nostri tavoli tematici». L’ex ministro dello Sviluppo economico lascia aperto uno spiraglio, ma alle sue condizioni: «È ancora presto per parlarne... Siamo molto contenti per Sabaudia ma anche per i risultati in altre città... La soluzione che ho proposto è Alessio D’Amato, un bravo tecnico politico, in ticket con un nostro candidato visto che a Roma siamo il primo partito... Se vogliamo farlo, è una strada che siamo pronti a percorrere».
Nella Lega il coordinatore regionale, Claudio Durigon, parla di «ottimi risultati» e di vittoria «inaspettata» ad Ardea, dove a spuntarla è stato Maurizio Cremonini, che ha superato il rivale M5S, Lucio Zito: «Il Lazio è la riprova, come nel resto d’Italia, che dove si va divisi il progetto naufraga mentre quando si va uniti con proposte serie e di qualità si porta a casa il risultato. Per le regionali abbiamo lanciato un tour nel Lazio per presentare il programma, che si concluderà il 9 ottobre a Ponza dove organizzeremo una convention».
Il senatore di FI Francesco Giro è convinto che per il Pd sia stata «una Caporetto» e osserva: «Hanno perso tutti i capoluoghi di provincia, tranne Roma dove è rimasto Gualtieri con tutti i problemi che ha... Il risultato delle amministrative rende il Lazio un tema pregiatissimo al tavolo del centrodestra, accanto a Sicilia e Lombardia. A Cerveteri ha vinto Elena Maria Gubetti, schierata dall’ex sindaco, Alessio Pascucci, che a Ladispoli ha corso da solo surclassando la candidata della coalizione Pd-M5S, Silvia Marongiu». Il parlamentare azzurro considera un successo poco significativo anche quello di Ciampino: «Tutto il Pd è andato lì con Zingaretti per la campagna elettorale, ma per il resto si staranno leccando le ferite...». Si astiene dal dibattito del giorno dopo Roberta Lombardi, assessora regionale alla Transizione ecologica: «Non commento».