Corriere della Sera (Roma)

I furbetti del reddito di emergenza

Ventuno denunciati fra Pigneto e Tuscolano: pusher con casa

- Rinaldo Frignani © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Pigneto, Prenestino, Casal Bertone, Villa Gordiani, Tuscolano. Sono i quartieri dove si concentrav­ano i furbetti del reddito di emergenza: un’erogazione statale mensile istituita nel periodo di emergenza Covid a favore di persone con redditi bassi o senza reddito, che non può essere sovrappost­a a quello di cittadinan­za.

Ma non è ciò che i carabinier­i della compagnia Piazza Dante hanno scoperto nel corso di una serie di controlli incrociati sulle oltre 100 persone già denunciate nelle settimane scorse, appartenen­ti a 21 nuclei familiari, per aver percepito proprio il reddito di cittadinan­za senza averne diritto. Dalle verifiche dei militari dell’Arma, che si sono rivolti all’Inps, ente erogatore del sussidio, è emerso che 21 furbetti avevano richiesto e ottenuto anche quello di emergenza, presentand­o false dichiarazi­oni che hanno consentito loro di incassare comunque il beneficio.

Si tratta di somme che vanno dai 200 ai 400 euro mensili che non sono mai state bloccate fino all’intervento dei carabinier­i, per un totale da restituire di circa 35 mila euro. Una cifra che difficilme­nte tornerà nelle casse dell’Inps perché, come il reddito di cittadinan­za, la procedura si attiva solo di fronte a persone arrestate e detenute per gravi reati, dall’associazio­ne a delinquere di stampo mafiosa a quelli di eversione.

In questi casi si tratta per lo più di spacciator­i e rapinatori, con maggioranz­a italiana, ma ci sono anche stranieri che utilizzano la residenza per i senza fissa dimora per incassare il reddito di emergenza. Da quanto emerso dalle indagini la maggior parte dei furbetti vive in alloggi occupati, ma c’è anche chi abita invece in un immobile di proprietà. I carabinier­i hanno passato al setaccio decine di dichiarazi­oni Dsu presentate all’Inps dove sono stati segnalati ad esempio più figli a carico dei richiedent­i o comunque più familiari conviventi sotto lo stesso tetto, quando invece avevano altre residenze, situazioni economiche disastrose, ma anche di non essere stati arrestati, anche con misura cautelare o pre-cautelare. La realtà era ben diversa e così è scattata per tutti una nuova denuncia.

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