Legionella in Tribunale, stop a toilette e caffè
Il batterio rintracciato nelle condutture. Nei prossimi giorni l’igienizzazione
Niente caffè al distributore. Né acqua nelle toilet. Nelle ultime (calde) ore della settimana la cittadella giudiziaria è divenuta più inospitale del solito a causa del batterio della legionella, rintracciato nelle datate condutture del Tribunale. Con decisione tanto rapida quanto, a detta dei sindacati, sbrigativa il presidente Roberto Reali ha comunicato le nuove disposizioni in vigore fino alla realizzazione del piano di igienizzazione delle condutture nei prossimi giorni.
«In conseguenza delle analisi effettuate a campione — è riportato in un comunicato — si è reso necessario chiudere alcuni servizi igienici e interdire l’utilizzo dei distributori di bevande calde o di adottare dei fusti d’acqua esterni così da non utilizzare la rete idrica interessata» dal batterio.
Il disagio è limitato all’uso dell’acqua e non riguarda («in alcun modo» precisano dal Tribunale) gli impianti di trattamento dell’aria, fortunatamente separati da quelli idraulici degli edifici di piazzale Clodio. Alle migliaia di visitatori quotidiani della cittadella giudiziaria non resta che adattarsi. Caffé al bar e acqua esclusivamente in bottiglietta.
In polemico pressing il sindacato indipendente (Fsi Usae Federazione Sindacati Indipendenti) la cui coordinatrice Paola Saraceni chiede: «Vorremmo conoscere le motivazioni per cui la notizia della chiusura di alcuni servizi igienici e l’interdizione dall’utilizzo dei distributori di bevande calde, provvedimenti decisi a seguito dei risultati delle analisi effettuate a campione all’interno degli uffici, non sia stata diffusa a tutto il personale. Perché mai la nota è destinata ai soli magistrati ed al dirigente amministrativo del Tribunale?»
Il problema si ripropone ciclicamente. Nel gennaio 2019 il batterio fu rintracciato dagli esperti della Ecocontrol srl. Ma se la legionella venne isolata in ben cinque dei prelievi effettuati, l’infezione non circolò. L’allora numero uno del Tribunale, Francesco Monastero, dispose la dinsinfezione e concordò misure temporanee di intervento affinché l’allarme rientrasse rapidamente.