Tor Bella Monaca, manto stradale rovinato ma auto e moto corrono. Pedoni a rischio
È una delle strade più pericolose di Roma, tra la velocità folle dei veicoli e l’asfalto distrutto in diversi punti. Conducenti e pedoni sono a rischio ogni giorno percorrendo via di Tor Bella Monaca, il tratto che si estende dal Raccordo Anulare a via Casilina. Il limite è di 50 chilometri orari, come specificano i cartelli posizionati lungo la carreggiata, eppure macchine e motorini non lo rispettano. E i mezzi sfrecciano sul brecciolino provocato dall’asfalto sbriciolato, sulle crepe che creano buche, sui rattoppi che diventano dossi. Succede per esempio all’incrocio con via Amico Aspertini, dove infatti il guardrail è rotto e circondato da una rete arancione, e per terra ci sono i resti di un cerchione. All’altezza di via di Torrenova, proprio accanto a un divieto di superare i 50 all’ora, c’è un altro guardrail deformato da un impatto violento. Più avanti procedendo verso la Casilina,
sempre vicino a un cartello stradale per i limiti di velocità, abbandonata nel bel mezzo del marciapiede c’è una Kia con le ruote a terra e la carrozzeria abbozzata. A pochi metri una lapide che risale a 27 anni fa: è dedicata a Costanzo De Riù, morto nell’ottobre del 1995 a 19 anni.
In effetti in via di Tor Bella Monaca gli incidenti, anche mortali, sono tristemente frequenti e come nelle altre strade killer della Capitale un susseguirsi di altarini lo conferma. L’ultimo neanche un mese fa, a pochi metri dallo spiazzo in cui solitamente sosta il camper di Villa Maraini con gli operatori della Croce Rossa. Lo scorso 18 ottobre un’auto fuori controllo si è schiantata contro un albero, provocando la morte di Moustafà Abdalla Mohamed Mansoli,
20 anni, seduto sul sedile del passeggero. A circondare la pianta ora ci sono le foto della giovane vittima, le lettere con le ultime parole che i suoi amici gli hanno dedicato, una montagna di mazzi di fiori.
La scena si ripete poco distante dall’incrocio con via Duilio Cambellotti. Attaccate a uno degli alberi sull’aiuola che fa da spartitraffico ci sono quattro grandi lettere a formare la parola «Uzzo», il soprannome di Matteo Berlenghini, 19 anni, che a inizio marzo 2018 ha terminato la sua corsa in macchina proprio contro il pino.
A metà dello scorso febbraio Settimio Coccia, 41 anni, è finito con l’auto contro un cartellone pubblicitario nei pressi del civico 433 e alla fine di luglio 2017 Agnese Maria Capodanno, 54 anni, è andata a sbattere contro un palo all’altezza dello svincolo di Torre Angela. Tutti dopo aver perso il controllo del proprio veicolo. Lo sanno bene i residenti della zona che, alla notizia dell’ennesimo incidente, sui gruppi social di quartiere commentano: «C’è troppa gente che corre, vanno a velocità incontrollabili». Oppure, «ormai ne sto vedendo troppi, poveri genitori e poveri ragazzi per aver perso una vita così». E ancora, «la domanda è: le strade non sono adeguate alla circolazione o è la gente che non è adeguata? Non si può morire così ogni santo giorno». Nella lista nera delle arterie pericolose del quartiere a causa dell’asfalto dissestato ci sono anche via Amico Aspertini e via Duilio Cambellotti. In quest’ultima, proprio per il manto stradale rovinato, il limite di velocità segnalato dai cartelli è di 30 chilometri orari. Ancora più lontano dalla reale andatura che sostengono la maggior parte delle auto.