Corriere della Sera (Roma)

Ma nella Roma non può dipendere tutto da Paulo

- Mimmo Ferretti

Complicato affermare ora, cioè dopo quei venti minuti finali della partita contro il Torino, che non avessero ragione coloro che si sono strappati i capelli nel momento in cui Paulo Dybala si è infortunat­o, più di un mese fa, vittima di un problema muscolare. L’argentino è entrato con la Roma sotto di un gol e ha lasciato il segno da par suo, dimostrand­o/confermand­o di essere di una (una?) categoria superiore ai suoi compagni. Un paio di giocate d’autore, il rigore rimediato e poi la traversa che ha dato il «la» al pareggio di Matic. Tanta roba, se ci pensate, per uno che stava a fatica in piedi, che camminava invece di correre e che non ha mai cercato lo sprint, limitandos­i a giocherell­are con il pallone tra i piedi. Quei venti minuti hanno dimostrato che alla Roma uno così è mancato in maniera pesante, e che con uno così fatalmente è tutta un’altra musica. Paulo, ad esempio, era stato assente nei ko casalinghi contro Atalanta, Napoli e Lazio: stavolta la Roma ha potuto contare sul suo aiuto, precario ma sostanzios­o, e ha salvato (parzialmen­te...) la faccia. Una botta di speranza per il futuro in un panorama oggi a tinte scure. Perché prima dell’ingresso di Dybala la Roma era stata ancora una volta inguardabi­le, confermand­o le delicatiss­ime difficoltà che si trascina dietro da mesi sul piano della manovra. Una squadra triste, povera tecnicamen­te e anche tatticamen­te; poi, Dybala, recuperato per una sorta di miracolo mondiale, ha cambiato la storia e ha acceso una flebile fiammella per il prosieguo della stagione. L’impatto dell’argentino sulla partita, però, ci deve indurre a una riflession­e più profonda sulla Roma. Possibile che un giocatore al venti per cento della condizione possa essere così determinan­te per le sorti della squadra? Certo, Dybala è il più bravo, ma è davvero così impossibil­e fare a meno di lui senza snocciolar­e prestazion­i da incubo? Che squadra è una squadra che non può prescinder­e da un suo giocatore pur a mezzo (e anche meno...) servizio? Il problema di gioco della Roma è evidente, chiaro, acclarato. Il compito di Mourinho, aiutato dalla sosta, sarà recuperare (trovare?) una qualità di gioco che possa prescinder­e dai singoli, anche da quelli più talentuosi. Finora il portoghese, come testimonia­to dai fischi raccolti dalla squadra all’Olimpico, non c’è riuscito. I numeri della classifica (-14 dalla vetta dopo appena 15 gare) lo stanno a confermare. E chiamano in causa tutti, nessuno escluso.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy