Corriere della Sera (Roma)

«Il Comune dia garanzie sulla Centrale del Latte»

- Francesca Conidi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Chiedono rassicuraz­ioni su quelle che saranno le sorti della Centrale del Latte. Con una giornata di sciopero indetta martedì prossimo in Campidogli­o, i sindacati lanciano l’allarme sul futuro dei 162 dipendenti e dei 1.200 tra allevatori e fornitori legati a doppio filo all’indotto dello stabilimen­to di via Fondi di Monastero. Una protesta che fa seguito all’annuncio di qualche giorno fa di Parmalat (controllat­a dal gruppo francese Lactalis), di voler ridurre a partire da gennaio la produzione nella sede capitolina. Una produzione che vale circa il 48% di quella totale e che verrà dunque portata altrove: i dipendenti della Centrale temono tagli occupazion­ali. «Riteniamo che la decisione sia grave ed inaccettab­ile, presa senza alcun confronto preventivo volto a garantire la continuità produttiva del sito e la tenuta occupazion­ale» hanno sottolinea­to i segretari Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil di Roma Marco Pasti, Giuseppe Cappucci ed Antonio Mattei.

Malgrado la Cassazione ancora non si sia espressa sul ricorso di Lactalis, l’intenzione di Parmalat è di voler rendere nuovamente il Comune azionista di maggioranz­a della Centrale del Latte (come stabilito dalla Corte d’Appello l’aprile scorso insieme alla restituzio­ne di più di 41 milioni di euro di dividendi distribuit­i dal 2005 al 2012). E questo, almeno per il momento, non chiude definitiva­mente la vicenda giudiziari­a iniziata 27 anni fa, quando l’ex patron della Parmalat Sergio Cragnotti ha venduto al gruppo francese la Centrale. Una vendita impugnata dall’ex sindaco Gianni Alemanno e che ha visto ora, con la svolta di aprile, arrivare direttamen­te a Palazzo Senatorio la richiesta di tutelare lo storico marchio.

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