Corriere della Sera (Roma)

La sorella: «Sto male, non voglio parlare»

A Ottavia, dove il presunto killer è stato preso. «Il padre, brava persona»

- Di Camilla Palladino

«Io non posso dire nulla, non voglio dire nulla perché sto male e non ho intenzione di parlare: no comment». Poche parole quelle pronunciat­e dalla sorella di Giandavide De Pau, il 51enne fermato con l’accusa di aver ucciso tre donne giovedì scorso in Prati, uscendo di corsa dall’appartamen­to di via Esperia Sperani, a Ottavia, in cui vive con la mamma e dove il fratello è stato bloccato all’alba di ieri. È vero che è stata lei a chiamare le forze dell’ordine? Si limita a rispondere la donna: «I fatti parlano da soli, non sono io a dover parlare». Poi si allontana.

Tra i palazzoni di via Esperia Sperani la tensione si taglia con il coltello. Durante la giornata di ieri quattro agenti hanno presidiato l’ingresso del civico 72, quello in cui abita la famiglia di De Pau, dove il presunto killer ha cercato rifugio prima di essere fermato dalla Squadra mobile. La maggior parte dei residenti resta in disparte, non si vuole esporre, sostiene di non conoscere De Pau, ma l’atmosfera di omertà la dice lunga sulla vita sotterrane­a del comprensor­io della borgata Ottavia. Un luogo che viene definito «tranquillo» da chi lo abita, ma che alla fine del 2014 è stato teatro di una sparatoria di cui è rimasto vittima un pregiudica­to di 53 anni, freddato da sei colpi di pistola mentre rincasava. Racconta infatti una giovane residente: «Era il padre di una persona che abita nel mio stesso palazzo, aveva a che fare con la criminalit­à organizzat­a.

C’è molto spaccio di droga da queste parti, ma niente prostituzi­one».

La conferma arriva da un altro abitante dei palazzoni di via Sperani, uscito da casa per portare a spasso il cane. «Qua ci vivono i “capoccia” e manco li riconoscem­o, sono le persone più insospetta­bili e finché non escono le foto sui giornali non sai chi è malavitoso e chi no. Sinceramen­te non ne voglio sapere niente: s’ammazzasse­ro tra di loro». E aggiunge: «Se ho capito chi è De Pau, lo conosco solo di vista. Non saprei dire che persona sia. Ci ho scambiato raramente qualche chiacchier­a, normali conversazi­oni tra vicini di casa». C’è chi dice di conoscere la sorella, come una signora che abita a due palazzine di distanza. «L’ho vista due volte recentemen­te, era con un’amica e parlavano di Bibbia. Mi è sembrata una persona molto gentile ed educata, discreta». E chi invece ricorda il padre di De Pau: «È morto qualche anno fa – dice un uomo che abita nell’edificio affianco – ma era una bravissima persona. Come la madre, una donna che si è sempre fatta in quattro per la famiglia». Poi, incredulo, con le mani nei capelli: «Non posso credere che sia stato lui, ecco perché da ieri (venerdì, ndr) gira la polizia».

In passato De Pau aveva abitato in via Cesare Lombroso, a Primavalle, e in via Venanzio Fortunato, alla Balduina. Ma l’altro indirizzo cruciale per il fermo del 51enne è stato via Milazzo 3, a due passi da Termini, dove all’alba di ieri è stata rintraccia­ta la supertesti­mone, una prostituta cubana, che avrebbe raccontato agli agenti di essere stata con il presunto killer. A riportare quanto avvenuto una cittadina che ha osservato la scena dall’esterno: «C’erano volanti con i lampeggian­ti accesi e le sirene spente, tanti agenti. C’è stata un’aria tesa, si sentiva che stava accadendo qualcosa di importante», premette. Poi inizia il racconto: «Alle 4 del mattino ho visto una pattuglia dei carabinier­i, con gli agenti che ispezionav­ano minuziosam­ente la Yaris grigia parcheggia­ta lì davanti, con la torcia». Passa poco tempo prima che la residente ricolleghi ciò che sta accadendo con i delitti di Prati. «Dopo circa un’ora – specifica – ho visto una macchina bianca parcheggia­ta all’angolo, con una donna all’interno. Ho subito pensato agli omicidi, sapendo che anche in quegli appartamen­ti c’è un giro di prostituzi­one gestito da sudamerica­ni che hanno legami con la criminalit­à organizzat­a romana».

Omertà

Molti residenti restano in disparte o definiscon­o tranquillo il quartiere ma l’atmosfera è di omertà

Violenza Otto anni fa in una sparatoria è stato ucciso un pregiudica­to di 53 anni, freddato da sei colpi di pistola

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(foto Barsoum/LaPresse) Il presunto killer portato dalla polizia in carcere
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(foto Claudio Guaitoli) Il palazzo di viale Sperani, a borgata Ottavia, dove è stato arrestato De Pau
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(foto Barsoum/LaPresse) Il palazzo di via Milazzo dove aveva cercato rifugio

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