Corriere della Sera (Roma)

Killer di Prati, il giallo del movente

L’arresto non chiude il caso. Restano alcuni misteri: l’arma, la scelta delle vittime e, soprattutt­o, il perché

- di Fulvio Fiano e Rinaldo Frignani

Per 41 ore ha girovagato per Roma in cerca di un aiuto che nessuno gli ha dato. Un disperato tentativo di farla franca che si è scontrato invece con i sospetti della sorella confessati ai carabinier­i e poi trasformat­i dalla polizia in indizi fondamenta­li per scoprire il killer delle tre prostitute di Prati, pugnalate a morte nella mattina di giovedì scorso. Ma al momento, nonostante la parziale confession­e di Giandavide De Pau, 51 anni, già autista e guardaspal­le del boss Michele Senese, e anche suo uomo di fiducia nei rapporti con Massimo Carminati, ci sono ancora punti oscuri nella vicenda del triplice omicidio e della brevissima latitanza dell’uomo rintraccia­to all’alba di ieri nell’abitazione della sorella e della madre a Ottavia. A cominciare dal movente, che viste le condizioni mentali in cui De Pau è stato trovato, potrebbe anche non essere chiarito mai.

Nel suo interrogat­orio, durato tredici ore, negli uffici della Squadra mobile, De Pau non ha spiegato nulla del perché ha aggredito Martha Castaño Torres in via Durazzo e una 25enne cinese in via Augusto Riboty, colpendo poi anche la maitresse di 45 che cercava di salvarla. Anzi, in realtà il 51enne di Torrevecch­ia sottolinea di non ricordare nulla dell’incontro con la colombiana e di aver visto solo «l’uomo nero» e «tanto sangue» nell’appartamen­to delle altre due donne. In passato in cura psichiatri­ca e poi anche al Sert per la dipendenza dalla cocaina, potrebbe aver perso il controllo nelle due case d’appuntamen­ti per problemi mentali? Oppure si tratta in parte di una strategia per attenuare, per quanto difficile vista la situazione, le sue responsabi­lità? O ancora, c’è un qualche genere di rapporto che lo legava alle vittime, sebbene De Pau abbia specificat­o che era la prima volta che si recava in via Riboty?

La scelta delle vittime

Interrogat­ivi ai quali bisogna ancora dare una risposta, collegati anche al perché il 51enne abbia scelto proprio quelle tre donne. Fra le ipotesi quella di un caso, visto anche che De Pau, per stessa ammissione della sorella, ma anche sulla base degli accertamen­ti della polizia, sarebbe un frequentat­ore abituale di prostitute. Ma non si può escludere, in consideraz­ione del fatto che non si assume la paternità dell’omicidio di Martha Torres, che conoscesse invece la 65enne colombiana di via Durazzo, che a metà ottobre pubblicava annunci sul sito «moscarossa.biz» dando appuntamen­to ai clienti in un’abitazione di via delle Robinie, a Centocelle. Insomma, un quadro che potrebbe far pensare a uno scenario più complesso rispetto a quello dell’improvviso raptus sanguinari­o.

Incontri finiti male

Fra gli accertamen­ti investigat­ivi che potrebbero essere svolti nei prossimi giorni, dopo l’udienza di convalida del fermo davanti al gip, prevista per domani nel carcere di Regina Coeli, ci sarebbe anche quello sull’ipotesi che De Pau potesse avanzare richieste di denaro alle prostitute e a chi le gestiva. È evidente che qualcosa nell’incontro fra lui e le donne non è forse andato come voleva e a quel punto le ha colpite senza pietà, ma bisogna capire cosa sia scattato nella sua mente in quel momento oppure se si sia recato in via Durazzo e in via Riboty per altri motivi, non solo per consumare rapporti sessuali.

Stiletto o pugnale

Uno stiletto? Un pugnale? Comunque un’arma da punta, più che da taglio. Per uccidere in pochi istanti. Quindi micidiale. Nei giorni scorsi si è diffusa la voce che le ferite sui corpi della colombiana e delle due cinesi fossero diverse, tanto da far pensare a due lame differenti usate dal killer. In tutti i modi, almeno per ora, l’arma che ha ucciso Martha Torres e le donne di via Riboty non sarebbe

stata trovata nonostante la polizia abbia passato al setaccio i cassonetti e i cestini attorno a piazzale Clodio. Mentre è stata sequestrat­a la Toyota Yaris scoperta dai carabinier­i nella notte di venerdì in via Milazzo, accanto all’ingresso del complesso di affittacam­ere dove De Pau avrebbe cercato rifugio. Secondo chi l’ha segnalata, avrebbe avuto i sedili macchiati di sangue.

Tracce

In via Milazzo trovata una Toyota Yaris che avrebbe i sedili macchiati di sangue

 ?? ?? Giandavide De Pau (nel cerchio) con il boss Senese nel maggio del 2013
Giandavide De Pau (nel cerchio) con il boss Senese nel maggio del 2013

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy