Corriere della Sera (Roma)

«Mourinho? Contano i risultati»

Chechi commentato­re del Mondiale: «Diritti umani poco rispettati in Qatar» «Non sono tifoso, Bruno Conti mi ha insegnato a palleggiar­e, Totti è un’icona»

- Gianluca Piacentini

«Mourinho è una garanzia, Totti rimarrà per sempre un’icona del calcio italiano e Bruno Conti è un grande amico». Parla anche un po’ di Roma, Jury Chechi, a margine di un evento che lo ha visto protagonis­ta a Fermo insieme al campione del mondo del 1982, brand ambassador di Prestito24. Dopo il successo ottenuto durante le Olimpiadi di Tokyo con la trasmissio­ne «Il Circolo degli Anelli», uno degli atleti più rappresent­ativi dello sport italiano da domani sera sarà protagonis­ta su Rai 1 della trasmissio­ne «Il circolo dei Mondiali».

Squadra che vince non si cambia, ci sta prendendo gusto con la television­e?

«Mi è sempre un po’ piaciuta, mi piace partecipar­e ai programmi in cui mi sento coinvolto e in cui posso parlare di sport in maniera un po’ più leggera. Proviamo a riproporre con il Mondiale di calcio quella bella esperienza che abbiamo fatto con le Olimpiadi, stavolta su Rai 1. Sarà una sfida ancora più difficile». Che rapporto ha con il calcio?

«Mi piace, seguo principalm­ente le competizio­ni della Nazionale ma non ho una squadra del cuore. Lo so che in Italia sembra una cosa difficile da credere».

Senza l’Italia, che non si è qualificat­a per la seconda volta consecutiv­a, per chi farà il tifo al Mondiale?

«Per il Giappone, anche se la vedo dura. Con il cuore sono con loro. Più realistica­mente credo che vincerà l’Argentina e la cosa mi farebbe piacere perché mi sono simpatici».

Si parla molto del mancato rispetto dei diritti umani in Qatar. Khalid Salman, ambasciato­re dei Mondiali di calcio, ha detto: «L’omosessual­ità è proibita perché è una malattia mentale».

«Il Qatar non brilla per il rispetto dei diritti umani, ma più che boicottare l’evento sarebbe il caso di sfruttarlo e parlare delle criticità, di tutte le cose che non vanno in questo Paese».

È vero che Bruno Conti le ha insegnato a palleggiar­e?

«Bruno è un grande amico e tra le tante qualità che ha, c’è anche questa. Io con la palla non sono un granché, soprattutt­o con i piedi, ma mi ha insegnato a palleggiar­e usando addirittur­a una pallina da tennis, nemmeno un pallone. Ora riesco a fare cinque o sei palleggi».

Durante le sue lezioni, lei racconta di come sia stato padrone di andare avanti nella sua carriera anche dopo che un medico le aveva detto che sarebbe stato impossibil­e allenarsi. Nel calcio non è così, mi viene in mente Francesco Totti, che è stato «costretto» a smettere contro la sua volontà.

«Credo che per un grande atleta sia importanti­ssimo ritirarsi al momento giusto. Non so se Francesco l’abbia fatto, ma sicurament­e è successo nel momento in cui le situazioni intorno e dentro di lui si erano messe in modo da fare dire basta. Magari il modo poteva essere diverso».

Lui, però, sarebbe andato avanti ancora...

«Credo che la sua sia stata una carriera tra le più belle e incredibil­i fra tutti i calciatori italiani: deve ricordarsi che sarà sempre un’icona, uno dei più forti calciatori che l’Italia abbia visto».

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duri e complessi per arrivare ai risultati. Nel calcio c’è più l’influenza del talento, della giocata fortuita, del caso, della situazione. Nei novanta minuti puoi sbagliare e recuperare, nel mio sport invece hai soltanto quella possibilit­à».

Cosa pensa di José Mourinho? I suoi modi da sergente di ferro stanno facendo discutere e dividono in «pro» e «contro».

«Non so se il suo sia un approccio giusto, ma un allenatore va valutato dai risultati e lui li ottiene. Anche se in carriera ha avuto qualche fallimento, sono molte di più le cose che ha azzeccato rispetto a quelle che ha sbagliato. Penso che sia un allenatore che sa fare bene il suo mestiere: i risultati dicono questo».

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Signore degli anelli Jury Chechi, xx, durante la presentazi­one del programma di Rai1 sui Mondiali

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