Nell’abisso profondo e luminoso di Finzi Pasca
Due donne in palcoscenico, sorelle gemelle. E con loro un mondo visionario, allucinato e allucinante, fatto di marionette che si muovono agili, così come di acrobate che si lanciano vorticosamente sospese in aria. Nuda, il nuovo spettacolo di Daniele Finzi Pasca, in scena all’Ambra Jovinelli fino al 27 novembre, non racconta soltanto una storia, ma una miriade di storie che si associano alle due figure femminili, apparenti protagoniste della vicenda narrata. Uno spettacolo, interpretato da Melissa Vettore, Beatriz Sayad, Jess Gardolin, Micol Veglia e Francesco Lanciotti, che declina avventure umane e, quasi, celesti in un abisso profondo e al tempo stesso luminosamente abbagliante. Il testo è tratto proprio dal romanzo di Finzi Pasca e riesce a coniugare la recitazione teatrale, la danza acrobatica e circense, l’opera e la poesia. Le due gemelle, nate e cresciute in un nucleo familiare piuttosto bizzarro e stravagante, condividono lo spazio scenico in una descrizione sentimentale empatica nell’ambito del loro microcosmo affettivo. Affermano di ricordare, addirittura, il momento in cui sono venute al mondo. Dice infatti una delle due: «Sono stata la prima a nascere: nuda, sporca e con gli occhi appiccicati. E ho visto mia sorella quando uscì dalla pancia di mia mamma con una tunichetta immacolata». Una memoria tenera nei confronti della propria gemella, forse un sogno o forse un incubo ricorrente nella successiva crescita emotiva.
La messinscena affascina la platea, pur lasciando negli spettatori tanti punti interrogativi senza risposta. Ma proprio in questo consiste la ricchezza seducente di quello che, in fondo, appare come un gioco acrobatico nel labirinto dei più intimi sentimenti umani.