Il fascino della Capitale stroncato dai rifiuti
Momento di stormi che «migrano nel vespro» e che ahimè colpiscono duro strade e qualche «fortunato» passante. Una sporcizia passeggera compensata dalle loro artistiche volute nel cielo che ci incantano dice Edoardo Blasi. Ben più preoccupante, interviene Toni Concina ormai migrato a Orvieto, è lo sporco che strozza la Città Eterna. Siamo tutti d’accordo che c’è un evidente problema di sistema, ma ad un esame delle cartacce, plastiche, lattine, materassi, sedie e altri generi anche futili di scarti della civiltà che troviamo lungo i marciapiedi centrali o meno, capiamo che c’è qualcuno che li butta e che considera le sue e nostre strade terra di nessuno. Sconsolata Micaela Calabresi domanda: è mai possibile vedere ancora persone che gettano bottigliette, fazzoletti di carta, cicche dalle auto o che lasciano il sacchetto della spazzatura dove capita? Possibile che non abbiano imparato che per rifiuti di grande dimensione basta una telefonata? Mettiamoci tutti una mano sulla coscienza, amiamo la nostra città (è roba nostra, anche i marciapiedi) e rendiamola davvero eterna e pulita.