Sciolti Anzio e Nettuno Frattasi: la mafia a Roma c’è
Il prefetto Bruno Frattasi dopo la decisione del governo sulle cittadine del litorale: «I clan calabresi comandano su amministratori e appalti. Nel Lazio il fenomeno è stato sottovalutato troppo a lungo»
Al sostantivo «infiltrazione» si preferisce il sinonimo «ingerenza» ma, per il resto, la sostanza non cambia.La faccenda è seria: lo Stato, minacciato dai Madaffari, Perronace e Gallace venuti da Catanzaro o Reggio Calabria, necessita di una difesa, individuata in una terna di commissari che per diciotto mesi amministrerà i due Comuni del litorale laziale. Dice il prefetto Frattasi: «Questa decisione è lo spartiacque fra prima e dopo. Se c’è stata un’epoca della sottovalutazione della mafia si è definitivamente conclusa»
Al sostantivo «infiltrazione» si preferisce il sinonimo «ingerenza» ma, per il resto, la sostanza non cambia. Nel comunicato diffuso dalla Presidenza del consiglio che, la sera di lunedì, ha varato lo scioglimento per mafia dei Comuni di Anzio e Nettuno, anche la scelta dei vocaboli è meditata. La faccenda è seria: lo Stato, minacciato dai Madaffari, Perronace e Gallace venuti da Catanzaro o Reggio Calabria, necessita di una difesa, individuata in una terna di commissari che per diciotto mesi amministrerà i due Comuni del litorale laziale. Si tratta di mettere un freno all’illegalità diffusa, impedire l’avanzata mafiosa, ripristinare le norme della concorrenza. La fotografia scattata dall’antimafia capitolina che lo scorso febbraio aveva arrestato 65 persone e ne aveva indagate oltre cento è confluita in una relazione (secretata) sulle infiltrazioni mafiose lungo il litorale. Tra Anzio e Nettuno comandano in pochi. Gli appalti per i servizi cittadini sono pilotati. Gli amministratori cercano il supporto delle ‘ndrine. Le opposizioni sono fragili o silenziate.
La grave decisione del neo ministro dell’Interno Matteo Piantedosi è sul suo tavolo,
prefetto Bruno Frattasi. Cosa ha determinato questa scelta?
«É stata accertata un’ingerenza. Non posso anticipare il contenuto di documenti riservati ma dentro quelle carte c’è tutto. La risposta dello Stato è diventata urgente per evitare che vengano commessi nuovi reati»
Il decreto è al Colle per la firma. Nettuno era già stata commissariata per la mancata approvazione dei bilanci, ma Anzio?
«É necessario nominare una terna di commissari che provveda agli affari correnti, stiamo provvedendo fin da ora»
Torniamo all’emergenza. Secondo l’ultimo rapporto sulle mafie «tutto passa da Roma, molto si genera a Roma. Le sentenze emesse dai tribunali regionali (quello di Velletri del 2013 in primis, ndr) hanno confermato l’esistenza di strutture organizzate
di ‘ndrangheta fuori dal Raccordo anulare». É finito il tempo del negazionismo quando la Capitale e il Lazio erano ritenuti immuni dal contagio mafioso?
«Questa decisione è lo spartiacque fra prima e dopo. Se c’è stata un’epoca della sottovalutazione, si è definitivamente conclusa. Non ci sarebbe stata una decisione del genere in passato»
Anzio ha avuto lo stesso sindaco, oggi osservato speciale dell’Antimafia capitolina, per tre mandati. É il segnale di scarsi anticorpi nel tessuto cittadino?
«Domanda pertinente. Ma la risposta migliore è nel nostro lavoro e nella nostra reazione. Le infiltrazioni mafiose sono spesso silenti e possono essere non avvertite dalla parte sana della cittadinanza»
Si può parlare di sottomissione del litorale alla ‘ndrangheta?
«A Roma sono presenti interessi economici importanti, non stupisce che il litorale laziale presenti fenomeni inquietanti. La mafia esiste, ma le forze di polizia ne sono consapevoli»
Il ruolo della Capitale L’ultimo rapporto sulle mafie dice che «tutto passa da Roma e si genera a Roma»