Solbakken, l’ultimo rinforzo non è un cannoniere ma crea superiorità numerica
L’attaccante molto efficace in fase di non possesso
L’arrivo di Ola Solbakken a Trigoria consegna a José Mourinho una ulteriore arma offensiva per cercare di migliorare la qualità di un reparto in netta difficoltà nel rapporto fra occasioni create e reti effettivamente realizzate, come testimoniato dalla differenza fra gli «expected goals» (xG) generati (27.79) e i gol effettivamente realizzati (18). Detto questo, il calciatore norvegese non è un cannoniere (4 reti in campionato con la maglia del Bodø/ Glimt nella stagione appena conclusa) quanto più un elemento d’attacco utile per creare superiorità numerica.
In questo senso, con le note difficoltà avute dai giallorossi nell’aprire difese basse e chiuse, Solbakken potrebbe aiutare i giallorossi lavorando come alternativa o come supporto di Dybala. Sulla carta si tratta di un giocatore che rappresenta un upgrade rispetto a Eldor Shomurodov nelle rotazioni di squadra e che aggiunge chili e centimetri alla rosa della Roma. Più un giocatore esterno che centrale, nel 3-4-1-2/3-42-1 della Roma la sua posizione ideale sembra appunto essere quella di unico o secondo trequartista, a ridosso di Abraham.
A meno che Mou non decida di utilizzarlo da quinto (alla El Shaarawy) in partite particolarmente complicate da sbloccare. In questa prima parte di Europa League il norvegese ha prodotto un dato di 0.61 «expected assists» (xA), concretizzandone uno. Una caratteristica poco segnalata del nuovo acquisto della Roma è invece la sua capacità di contribuire nella fase di non possesso, come segnalano i 13 recuperi effettuati nella seconda competizione europea per club.