Corriere della Sera (Roma)

E alle 3 di notte è al Jackie O’ «Ora aiutatemi»

«Sono uno molto cattivo, ho eliminato tante persone...»

- F.Fia R.Fr.

L’episodio non è secondario. Anzi. Dimostra che Giandavide De Pau, nonostante fosse braccato dalle forze dell’ordine, non si è fatto problemi a recarsi, a notte fonda, alla storica discoteca «Jackie O’», in via Boncompagn­i, per trovare qualcuno che potesse aiutarlo nella latitanza appena cominciata. Chi? Una ragazza cubana di 25 anni, Jessica Lidia Carvajal Rodriguez, che secondo gli accertamen­ti della polizia, ripresi dal gip Mara Mattioli, si prostituis­ce nel locale.

L’episodio non è secondario. Anzi. Dimostra che Giandavide De Pau, nonostante fosse braccato dalle forze dell’ordine, non si è fatto problemi a recarsi, a notte fonda, alla storica discoteca «Jackie O’», in via Boncompagn­i, per trovare qualcuno che potesse aiutarlo nella latitanza appena cominciata. Chi? Una ragazza cubana di 25 anni, Jessica R., che secondo gli accertamen­ti della polizia, ripresi dal gip Mara Mattioli, si prostituis­ce nel locale.

Una escort che De Pau incrocia alle 3.30 della notte del 18 novembre, circa 15 ore dopo aver assassinat­o le tre donne a Prati e aver girovagato per Roma, forse cercando appoggi per fuggire altrove. Alle 2.30 entra in discoteca, vestito com’era al mattino, con il suo giubbotto blu elettrico, con aloni che potrebbero essere macchie di sangue, indicato qualche ora dopo dalla sorella Francesca ai carabinier­i come uno dei suoi indumenti preferiti. Il 51enne è, secondo la tenon stimonianz­a di Jessica, «in evidente stato di alterazion­e da droghe». Mentre la ragazza esce dal locale con la sua amica Miriam, lui la ferma, le dice di chiamarsi Eudo Giovanoli e le mostra una carta d’identità. «Sono uno molto cattivo, ho ucciso tante persone...», le confessa. «Ho bisogno di un posto dove andare a dormire, posso andare in albergo», aggiunge. Jessica accetta di portarlo a casa sua, una camera nel b&b di via Milazzo 3/B, alla stazione Termini, dove racconta la giovane - rimane fino alle 5.50 quando prende un taxi per andare via. In quelle due ore circa di permanenza nel palazzo, De Pau propone alla 25enne un rapporto sessuale a pagamento, che lei rifiuta, quindi alle 4.30 chiede a Miriam, che era rimasta con loro nella stanza, di recarsi dalla sorella - in zona Tiburtina, e non alla borgata Ottavia, dove invece abita con la madre - per farsi dare la carta di credito. Le due donne respingono Miriam, che arriva con un taxi e che lascia loro il numero di Jessica: Francesca la contatta subito dopo esortandol­a a mettere a sua volta De Pau su un taxi per farlo andare da lei. Il 51enne rifiuta, e anzi chiede ancora a Jessica di aiutarlo ad andare a prendere il passaporto. «Sto vendendo casa, voglio andare via», le avrebbe detto. Un’intenzione rimasta tale, perché alla fine, come sostiene la cubana, che la notte successiva chiamerà il 112 per segnalare un’auto sporca di sangue proprio sotto casa sua collegata agli omicidi, forse per depistare le indagini, De Pau si allontana da solo.

Ho bisogno di un posto dove andare a dormire, non posso andare in albergo

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(foto Claudio Guaitoli) Il palazzo di via Milazzo 3 dove Giandavide De Pau si è rifugiato per alcune ore

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