Corriere della Sera (Roma)

UN ORRORE CHE RESTERÀ «INCISO»

- Di Giuseppe Di Piazza

E’come se tutto fosse avvenuto in una città parallela: sotto i nostri occhi che non vedono, non sentono, non possono capire. Un uomo esce di casa, va in pieno mattino a casa di due prostitute, accende il video dello smartphone, consuma un rapporto sessuale e, senza neanche mettere in pausa la registrazi­one, le uccide a coltellate. I loro rantoli sono consegnati all’eternità digitale, così come l’orrore procurato da Giandavide De Pau, sgherro di camorra e assassino, rimarrà nella memoria di Roma.

Il killer di Prati, lo abbiamo chiamato. Un instancabi­le e forsennato assassino che in 40 minuti stronca le vite di due donne cinesi e, neanche il tempo di un pensiero, e va da una prostituta colombiana uccidendol­a nel giro di un quarto d’ora con lo stesso metodo: coltellate.

Poi la fuga in quella città parallela fatta di escort che lo accolgono e lo aiutano, di nomi falsi dati nei locali notturni dove ciondola fin quasi all’alba, dopo i delitti del mattino. Prati, via Boncompagn­i, stazione Termini, borgata Ottavia... Sono indirizzi di un mondo che ci è familiare, ma che giovedì 17 novembre si sono trasformat­i in un set macabro, incomprens­ibile, pieno di sangue.

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